Nel periodo della decadenza dell'Impero Romano è sorto il Papato come nuovo potere statale. Con il trasferimento della capitale a Costantinopoli nel 330 e la caduta dell'ultimo Imperatore di Roma nel 476, il potere laico è passato nelle mani del Vescovo di Roma, il che gli ha conferito la forza di pretendere anche il potere esclusivo sulla Chiesa Ortodossa allora Universale. Proprio in quei tempi si è definito anche Papa.
Nell'Ortodossia però non esiste, e mai esisteva, nessuno, fra gli uomini, che potrebbe essere considerato al di sopra di tutti; le decisioni importanti per la Chiesa le prendono solo i Concili.
Dopo aver invano tentato di assumere nelle sue mani il potere sulle Chiese Ortodosse, il Papa di Roma ha staccato la Patriarchia Romana dalla Chiesa Ortodossa Cattolica con la sua scomunica portata a Costantinopoli dai suoi inviati e deposta sull'Altare della Basilica nel corso della celebrazione liturgica. Questo gesto fu la conseguenza di una politica dettata da interessi puramente terreni da parte del Papa il quale voleva dominare su tutti i Patriarchi dell'epoca (con il Patriarca di Roma erano in cinque). Il Patriarca di Costantinopoli (Bisanzio) Michele Cerulario, dopo aver tentato un accordo con il Papa Romano ed averne constatato l'inutilità, in risposta a tale gesto inaudito, scomunicò, a sua volta, la Chiesa Romana, ed a questa scomunica (anatema) aderirono anche gli altri tre Patriarchi, di Alessandria, di Antiochia e di Gerusalemme.
Da allora il Cattolicesimo è "andato per la sua via" e si sa: se nel bosco prendi un sentiero diverso da quello che porta a casa, anche se esso dapprima è vicino a quello giusto, poi se ne separa inevitabilmente per condurre in un altro luogo, altrimenti che senso ha la sua esistenza?
Alla Chiesa Ortodossa sicuramente dispiace il distacco della Chiesa Romana dalla "UNICA Chiesa Santa, Cattolica ed Apostolica", come si dice nel Simbolo della Fede (Credo). Ma la Chiesa Ortodossa considera il fatto con ottimismo, infatti ritiene sempre che la Chiesa Romana, come si è staccata dal ramo vivo dell'Albero piantato dal Signore, così anche vi si riattaccherà, un giorno, come dice Apostolo Paolo nella sua Lettera ai Romani: "Vedi dunque la benignità e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma la benignità di Dio verso di te, se pure tu perseveri nella Sua benignità; altrimenti, anche tu sarai reciso. E anche quelli, se non persevereranno nella loro incredulità, saranno innestati; perchè Dio ha la potenza di innestarli di nuovo" (Rom., 11 - 22, 23).
E speriamo che così sia.
Delle divergenze che ormai da secoli separano la Chiesa Cattolica da quella Ortodossa, si può parlare a lungo, perché sono tante - meno importanti, molto importanti e basilari. Noi qui, invece, vorremmo riportare,con il suo consenso, un articolo di un sacerdote ortodosso italiano, p. Antonio Lotti, arciprete di Taranto. L'articolo ci piace moltissimo per il suo tono pacato, il linguaggio elegante, la logicità, il ragionamento serio e la conoscenza profonda.
A nostro avviso, sarà difficile trovare qualcosa di più esauriente sul tema, anche se qui si parla maggiormente della Fede Ortodossa. Ma "tutto si comprende tramite comparazione". Constatatelo voi stessi.