Il Fuoco Sacro 

della Pasqua Ortodossa


     Il fenomeno consiste nel fatto che il Grande e Santo Sabato, il giorno prima della PASQUA ORTODOSSA, nel Tempio della Risurrezione a Gerusalemme scende dal cielo il Fuoco Sacro che accende la ovatta posta sulla Tomba di Gesù Cristo nel Cuvu’clio (una cappella che comprende la tomba di Gesù). Il Cuvu’clio è all’interno del Tempio della Risurrezione. 

     Il miracolo avviene in questo modo: già la sera prima, il Venerdì Santo, le persone di varie nazionalità e fedi entrano nel Tempio per prendere i loro posti, perché il giorno successivo il Tempio sarà strapieno. Anche durante la mattina seguente vi entrano  persone, ma ormai prendono i posti più lontani dal Cuvu’clio. Verso le tredici e trenta, quando arriva il Patriarca Ortodosso di Gerusalemme, nel Tempio si contano più di diecimila persone. 

     Le chiavi del Tempio e del Cuvu’clio sono custodite, ormai da molti generazioni, da una famiglia araba di fede musulmana, e la polizia israeliana, prima che il Patriarca di Gerusalemme (della Chiesa Cristiana Ortodossa, naturalmente) entri nel Cuvu’clio, lo spoglia fino alla sottoveste (davanti al Cuvu’clio ed in mezzo alla gente) e lo controlla al fine di escludere la possibilità di far passare i fiammiferi, o altre cose simili, nel Cuvu’clio. Questo lo si fa ormai per tradizione, perché da secoli e secoli (il Fuoco scende almeno dal IV° secolo, secondo le testimonianza scritte accertate, cioè quasi da quando il Tempio è stato costruito dalla regina di Costantinopoli Elena, la madre di Costantino il Grande) ci sono stati molti tentativi da parte di infedeli di volere "smascherare il trucco" - naturalmente, hanno provato a farlo in tanti modi, fino ad oggi, ma non ci sono mai riusciti, perchè "il trucco” è Divino. Comunque, ogni volta il Patriarca viene controllato severamente. 

     Poi il Patriarca entra nel Cuvu’clio, si chiudono le porte ed egli si mette in ginocchio a pregare davanti alla Tomba di Cristo sulla quale è steso un sottile strato di ovatta. La camera del Cuvu’clio è così piccola, che può contenere una sola persona. Il Patriarca inizia a pregare insieme con tutto il popolo; si dice che non si senta un sol fiato, c'è un totale silenzio carico di indescrivibile attesa presso una folla di oltre diecimila persone. 

     Il silenzio è profondo non solo per l'attesa religiosa intensissima, ma anche per la profezia, secondo la quale il Fuoco Sacro, che scende nel giorno del Sabato Santo sin dall’inizio del IV° secolo, non scenderà più immediatamente prima della venuta dell’anticristo sulla terra. Per questo la gente in attesa si pone anche questa domanda: è arrivato il momento, o non ancora? E non è tutto: la profezia dice, che quando il Fuoco non scenderà, il Tempio crollerà e seppellirà tutti coloro che saranno là in quel momento... nessuno dei presenti potrebbe salvarsi. (Per questo i cristiani che ci vanno, prima si preparano: dopo un digiuno fanno la Comunione, per essere pronti alla morte) 

     Ora ci si può immaginare con quale senso di attesa la gente attenda la discesa del Fuoco Sacro. 

     Durante la preghiera, di solito verso le quattordici, sotto la cupola del Tempio cominciano ad apparire come piccoli lampi bluastri visibili a tutta la folla. Poi i lampi cominciano a scendere lungo le pareti e le colonne, ma sempre in alto, senza mai abbassarsi fino alla folla; contemporaneamente nel Cuvu’clio davanti al Patriarca, sullo strato di cotone steso sulla Tomba di Gesù, cominciano a spargersi come piccole perle di fuoco di colore celeste. Il Patriarca ha con sè alcuni mazzi da 33 candeline (secondo gli anni terreni di Gesù), lunghe, bianche e sottili, dipinte alla base di colore celeste (il colore del Fuoco Sacro) e alla punta di rosso (il colore del Sangue Divino versato per l’umanità), le avvicina alle perle di Fuoco e, dopo averle accese, passa subito i mazzi attraverso due finestrelle, l’una opposta all’altra, di cui dispone il  Cuvu’clio, per mostrare e consegnare alla gente. Appena la gente vede le candele del Patriarca apparire dalle finestrelle, comincia a gridare, a vociare, a fischiare, a lodare  Dio, a piangere e a cantare (la gente dei paesi meridionali usa esprimere la propria gioia assai apertamente) - ed ad accendere i propri mazzi da trentatrè candele da quelli del Patriarca. Si racconta che in meno di un minuto tutti ormai hanno le candele accese, il che realisticamente non sarebbe possibile, eppure succede ogni volta (anche perché alcuni mazzi di candele si accendono da soli nelle mani delle persone più devote, si racconta). 

     Si può assistere a questo miracolo in trasmissione diretta anche su televisioni di molti paesi… tranne di quelli che non ne trovano vantaggio. 

     Il Fuoco Sacro ha una proprietà molto particolare: pur avendo da subito l'aspetto di un fuoco normale, non brucia per i primi dieci minuti. La gente prende il Fuoco nelle mani e si lava il viso, le mani, cerca di far bruciare la propria camicia o capelli, barba... La gioia è talmente diffusa che in quel momento non è possibile sentir altro che grida da tutte le parti. 

 


  

     Poi il Fuoco riacquista le proprietà normali, ma non lo si spegne; è messo nelle candeliere protette dal vento e portato a casa. Ci sono anche degli inviati da molti paesi del mondo aspettano il Fuoco per prenderlo e correre all'aeroporto dove sono pronti gli aerei per trasportarlo in tutte le parti del mondo. 

     Tutto questo è sconosciuto al mondo cattolico, ebraico, musulmano, protestante etc. Perchè è una cosa talmente lampante che dice a tutti quale sia la Religione Vera - perchè il Fuoco Sacro scende solo il Sabato Santo prima della Pasqua Ortodossa che viene festeggiata secondo il calendario Giuliano da ormai più di due mila anni. 

     Nei secoli scorsi non solo ci sono stati tantissimi tentativi di "smascherare il trucco" intrapresi da varie religioni, compresa quella cattolica, ma anche ci sono stati tentativi dei patriarchi delle altre religioni di ricevere il Fuoco Sacro, sempre il Sabato Santo della Pasqua Ortodossa. Ma quando nel Cuvu’clio entrava il papa (per es., nel 1101) od un patriarca non ortodosso, il Fuoco, quell’anno, non scendeva. Invece, in presenza di un Patriarca Ortodosso, il Fuoco è sempre sceso. E sempre nel giorno del Grande Sabato della Settimana di Passione Ortodossa. Esiste anche una storia molto famosa, che coinvolse la chiesa Armena, che anch’essa di definisce Ortodossa, ma in realtà non lo è. Essa infatti si è separata dalla vera Chiesa Ortodossa vera alcuni secoli fa, perché non essendo presente in un Concilio Ecumenico delle Chiese Ortodosse (l'ultimo Concilio, il Settimo, è stato nel VIII° sec.), dichiarò di non dover aderire alle decisioni prese dal Concilio, si è staccò, nel 506, dalla Chiesa Ortodossa ed ora è portatrice dell’eresia monofisita; tale confessione crede che Gesù Cristo abbia solo la natura divina e non abbia la natura umana; per noi invece il Salvatore ha tutte e due le nature, il che è molto importante. 

     Gli Armeni dunque come eretici non possono ricevere il Fuoco Sacro, ma  un anno  (nel 1579) fornirono denaro al sultano Murat il Veritiero e alle autorità di Gerusalemme perché quelli, contro la tradizione, li introducessero nel Tempio della Risurrezione ed impedissero agli Ortodossi di fare lo stesso. E così quando al mattino gli Ortodossi giunsero al Tempio, trovarono le porte chiuse e i gendarmi a cacciarli via. Gli Armeni erano già nel Tempio con il loro Patriarca e pregavano per ottenere il Fuoco, mentre gli Ortodossi stavano sulla piazza davanti al Tempio, con il loro Patriarca Sofronio IV°, piangevano e pregavano anch’essi. Il Patriarca armeno pregò ventiquattr’ore, ma il Fuoco Sacro non discese. Quell'anno il Fuoco non scese nel Cuvu’clio ma, con grande ritardo di ventiquattr’ore, arrivò da sotto il tetto e con violenza passò attraverso la colonna esterna del Tempio, spaccò il marmo (v. foto) ed accese le candele in mano agli Ortodossi veri, che erano fuori dal Tempio con il loro Patriarca. 

     Gli arabi ortodossi che da sempre assistono al miracolo e sono parte integrante ed indispensabile di esso, cominciarono a danzare e gridare: "Sei l’Unico Dio nostro, Gesù Cristo, e unica la nostra Fede giusta, la Fede dei Cristiani Ortodossi!” (testimonianza del monaco Partenio)


 

     In quel momento tra i soldati turchi che sorvegliavano la festa, uno di loro di nome Omir (Gianvar), dopo aver visto il miracolo, gridò: "L’unica Fede vera è quella Ortodossa, anch’io sono un Ortodosso!” - e con queste parole  saltò giù dal muro sulla piazza dove si trovavano gli ortodossi. Nonostante l’altezza di dieci metri non si ferì, perché le pietre della piazza si erano fuse sotto i suoi piedi come fossero di cera; così egli vi lasciò le impronte dei piedi; i turchi in seguito cercarono di cancellarle, ma non vi riuscirono. E in seguito uccisero Omir ne bruciarono il corpo. Ancora oggi, vicino alla colonna attraversata dal Fuoco Sacro, si possono vedere le impronte del martire turco. 

     Questo, è stato l’unico caso nella storia, quando il Fuoco Sacro scese fuori del Tempio. 

Il Fuoco Sacro testimonia ogni anno, fin dal IV° secolo, 

che la Fede Cristiana Ortodossa è l’unica Fede giusta, 

proprio quella che ha dato il Dio all’umanità. 

Dio Stesso lo testimonia ripetutamente ogni anno. 

E allora, 

in che cosa credono altri? 

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l'Arciprete Antonio Lotti di TA

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