Curare la depressione.

Liberarsi dalla presa!


      "Il crollo del mondo, ecco come la chiamerò. Non è "la distruzione”, ma proprio "il crollo”. Il mondo crolla, ed i suoi rottami ti tornano contro. Il futuro non ha senso. Il passato è terribile e ripugnante. Allo stesso momento ce ne sono delle persone che vivono, che si rallegrano dalla vita. E questa, è la cosa più insopportabile. Sì, a qualcuno è andato bene. Qualcuno ha una vita riuscita. Invece io sono un atomo insignificante - insignificante, certo, alla vista di tutti, che non possono rilevare tutti i miei pregi. Sì, sì, io ho dei pregi, anche dei doti, dei talenti, ma a chi possono servire, chi sarebbe in grado di capirli e di apprezzarli? Nessuno. E allora, anche tutta la mia vita non ha un fico secco d’un senso”. 



La mia, non è la depressione,

ma la leggera pensosità sullo sfondo della stanchezza cronica


      I pensieri di questo genere possono venire in mente quasi a tutte le persone. Ma la maggioranza della gente li caccia via con successo e continua a vivere come capita. Però ci sono delle persone per cui questi pensieri ad un certo punto diventano dominanti e riempiono tutta la testa. Vedendola da fuori, tale persona sembra menefreghista, apatica. Ma questa è l’impressione sbagliata. In realtà il suo cervello funziona a ruota libera, la persona in questione non riesce nemmeno a dormire perché i suoi pensieri non lo permettono. I pensieri del passato e del futuro. Il passato si presenta ripugnante, perché la memoria servilmente porta a galla tutto che era sporco, cattivo, spiacevole. Il futuro si dipinge in nero – qui s’accende la fantasia che disegna la prospettiva senza lasciare un minimo di filo della luce e della speranza. 

     In sostanza, proprio così si svolge la malattia che si chiama la depressione. 

     Questa è la malattia molto cattiva. Il malato perde la capacità di parlare di qualsiasi cosa all’infuori dei suoi problemi, quelli reali e quelli immaginari. Per chi gli sta vicino, lui diventa noioso, poco interessante e molti semplicemente troncano con lui ogni contatto, e a questo punto in aiuto alla malattia arriva anche la solitudine. Nelle condizioni di solitudine la depressione può aggravarsi fino ai pensieri suicidi… 

     A che scopo dico tutto questo? Per dire che tutti noi siamo capitati nei tempi difficili, e molti di noi hanno una reale possibilità di provare su se tessi il ferreo morso della depressione. 

     Ma vediamo un po’ la teoria. 

     La depressione potrà avere il carattere endogeno (malinconia) oppure esogeno. Endogeno vuol dire avente le cause interne. In questo caso essa, di solito, esiste in qualità d’un sintomo dei disturbi psichici: la schizofrenia, il sindrome maniacale depressivo. Queste malattie vanno curate dai dottori psichiatri. 

     La mia esperienza personale dei contatti con gli psichiatri ha demolito del tutto il mito d’una psichiatria terribile dove d’una persona presumibilmente sana fanno una persona malata di mente. Tutti i dottori di questo ramo, come fosse apposta, si rivelavano le persone buone e coscienti. Loro, io l’ho visto, facevano di tutto per aiutare i loro pazienti. E la Psichiatria moderna gli aiutava in questo. Di regola le diagnosi delle malattie psichiche pesanti venivano fatte abbastanza velocemente, e poi anche il malato stesso capisce che non può farne a meno d’un psichiatra. Nei casi di aggravamento lo schizofrenico più volte viene di propria volontà in clinica e chiede di essere ricoverato. 

     Ma noi ora parleremo delle depressioni del tipo esogeno, oppure come le chiamano in un’altro modo, delle depressioni del carattere reattivo. Reattivo vuol dire che la depressione si forma come la reazione ai fattori psico traumatici. E di questi fattori, ce n’è migliaia: la perdita del lavoro, un conflitto in famiglia, la morte d’una persona cara, la rottura dei rapporti amorosi… queste sono le cause più usuali. Ci sono, esistono le persone con un’organizzazione psichica forte, che sopportano questi fattori in modo appropriato. Anche queste non sono le rocce di marmo, ma le persone comuni. Anche loro si rattristano, soffrono, piangono e qualche volta stanno male. Ma passa il tempo, e tutto, per loro, torna a posto. 

     Ma ci sono delle persone non così forti. I traumi psichici non passano, per loro, così velocemente. E se i traumi vengono l’uno dopo l’altro, per giunta si accumulano. E a questo punto può sorgere la malattia. 

     Malattia. E’ la parola chiave. Se vi sembra che tutto il mondo si ribella contro di voi, se vi torturano i ricordi sgradevoli e vi lacerano i pensieri d’un futuro inestricabile, allora questa è la depressione. Questa è la malattia. 

     Il primo passo verso la guarigione è la coscienza del fatto che siete malati. Il mondo attorno non sta crollando. Il mondo esiste secondo le sue leggi. Il vostro caso non è unico. Qualcuno l’aveva ancora peggiore. Tutto che pensate di voi stessi, del passato e del futuro, esiste solo nella vostra immaginazione. E proprio lei non è sana. 

     Ma, visto che non è sana, la si può curare. E ci sono dei rimedi, per questo. Molti. 

     Ho già parlato della psichiatria. Lei non si può snobbare. Nei casi di acutizzazione della malattia sarà necessario l’aiuto d’un bravo specialista. Non dipingete nella vostra immaginazione un mostro nel camice bianco. Lui non esiste. Ci sono dei dottori. Loro vi ascolteranno. E vi aiuteranno. Almeno, loro hanno in dotazione dei farmaci che calmano il cervello, fermano il suo giramento catastrofico attorno ai ricordi sgradevoli e quadri cupi del futuro. Vi dico, che quest’aiuto non bisogna assolutamente trascurare. 

     Però è necessario che lo stesso malato si dia da fare. E vi assicuro che lottare sia possibile! 

     Come? 

     Mi sembra, abbiamo già cominciato. Abbiamo capito che la depressione non sia il crollo del mondo, ma è soltanto una malattia. Lei esiste solamente dentro di noi, lei è il frutto della nostra immaginazione ammalata. Questo, è il primo e grande passo in avanti. 

     Facciamo un'altro? 

     Anche questo non sia molto facile, ma è possibile, assolutamente possibile. La depressione è la malattia che divora l’Oggi. Lei lascia al malato solo l’Ieri e il Domani. Allora in questo punto che dobbiamo colpirla. Noi ricorderemo che esiste il giorno di oggi. Ci sono dei problemi, delle questioni che si può almeno provare a risolvere Oggi. Si potrebbe cominciare dalle cose più facili. Aggiustare il nostro aspetto esteriore, mettere in ordine l’appartamento o almeno la stanza. Questo, non lo si può fare ieri o domani, questo si può fare solo oggi. La depressione riceve un duro colpo! 

     "Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.” (Matteo 6, 34). 

     Eccola, la formula della cura della depressione! Provate a lavorarci sopra. Questo aiuta. Questa formula va bene sia per i credenti sia per i non credenti. 




     In genere le persone credenti sono meno soggette alla depressione reattiva. Capita però che anche loro si trovino nelle situazioni di vita difficili e la depressione come malattia può colpire anche loro. Ai credenti, quando vengono sommersi da essa, in primo luogo raccomando la preghiera di Gesù Cristo: "Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me peccatore!”. E poi, ancora una preghiera: "Gloria a Dio per tutto!” Questo aiuterà nei casi, quando la malattia non permetta di eseguire persino le preghiere mattutine e serali. 

     Ma anche il non credente può vincere questa cattiva malattia: qualsiasi attività, la premura di bloccare i pensieri cupi, la suggestione a sé stesso che sia non migliore e non peggiore di tutti gli altri – queste sono le cose che aiutano. 

     Occupare la giornata. Questa è la cosa molto importante. Se il giorno sia passato non nella seduta sul divano con la testa fra le mani, ma almeno in un’attività più primitiva, questo non è un passo, ma un lancio fuori dalla malattia! 

     Con la depressione cambia molto l’autostima d’una persona che è diversa anni luce dalla realtà. 

     Sei un genio, e il mondo non ti capisce? Ma, caro mio, non tutti i geni hanno avuto la stima del mondo! Crea, perfezionati! Ma non aspettare che una volta sarai pregato di venire sul primo canale del "praim-time”. Questa cosa potrà non succedere, come non è successa a molti geni. 

     Sei un miserabile, e la tua esistenza in questo mondo sia inutile? Ma chi te l’ha detto? Sarà davvero una persona degna di rispetto? Ma forse, quelle due o tre piccole azioni buone che fai ogni mese, oppure persino in un anno, giustifichino totalmente la tua esistenza? Ecco una volta hai aiutato una vecchietta a passare sulla striscia di ghiaccio. Se non fosse per te, lei sarebbe senz’altro caduta, si sarebbe rotta l’anca e sarebbe rimasta nel letto fino alla fine dei suoi giorni… Ecco una volta hai trattenuto la porta-assassina della metropolitana per fare in modo che non s’abbatti contro quello che ti veniva dietro. Ma se si fosse abbattuta? La persona sarebbe finita all’ospedale. No, carissimo, non sei inutile! La tua esistenza senz’altro serve a qualcosa. Anzi, è indispensabile! 

     Alle persone credenti aiuta moltissimo la Confessione e la Comunione. Ma cosa possono fare i non credenti? 

     La depressione, come qualsiasi altra malattia, brucia le forze. Qualche volta le forze mancano persino per radersi. Ma per leggere sdraiati nel letto, come regola, le forze bastano. Cosa leggere, allora? 

     E’ importante invece capire, cosa NON leggere. 

     Se il libro vi conduce ai pensieri pesanti – buttatelo via! Se leggete, allora leggete qualcosa di positivo. Se tutta la letteratura artistica sembra falsa, capita anche questo, prendete in mano la Bibbia. Non ficcate il naso nell’Apocalisse, per ora non vi potrà aiutare. Lasciate da parte il Vecchio Testamento. Le Lettere degli Apostoli vi sembreranno strane e poco comprensibili. 

     Ma proprio una persona non credente e malata di depressione apprende molto bene i Vangeli. Diventerà credente più tardi oppure no, questa sarà una cosa a parte. Ma la lettura dei Vangeli aiuta anche i non credenti che si trovano in stato della depressione. 

     Ed ora, l’ultima cosa. La depressione acuta e non curata porta ai pensieri suicidi. E’ una cosa logica e scontata. 

     Ecco cosa ho da dire a questo proposito. Una persona viva, anche se malata, anche se invalida, condannata a letto, può influenzare sul mondo attorno a sé stessa. Tale persona può migliorare il mondo attorno a sé stessa, persino questo. Con la sua bontà, con la sua umiltà, con il suo amore. Il morto che si è ucciso non può fare niente di questo. Lui può solo procurare molti impicci disgustosi ai suoi cari e nient’altro. 

     Nessuno mai niente ed a nessuno abbia provato qualcosa con il suicidio. E questo è il pretesto per prendere i libri e controllare questa mia affermazione. 

     Ecco. Tutti noi abbiamo dei problemi. Tutti noi facciamo fatica a sopravvivere. Amici miei, cercate di non mollare. Ed anche se la depressione fa la festa piuttosto fra gli uomini, proprio gli uomini devono resistere. 

     Vi invito a resistere se la depressione tenterà di afferraci per la gola con la sua presa micidiale; noi, applicando la forza, rallentiamo le sue dita marce e sospiriamo a tutto il petto. 

Rodion Grigoriev




     Dell’autore

    Soffriva delle depressioni gravi dal 1991 al 1996. E’ stato ricoverato nelle cliniche psichiatriche più volte, dove ha passato in sostanza più di sei mesi. Esprime la propria gratitudine personalmente alla psichiatra infantile Irina Nikolaevna Tihonskaia. Pur non essendo un suo paziente, ha ricevuto da lei un enorme aiuto medico. Congedandosi ha ricevuto da lei in regalo l’orsacchiotto di peluches "il cuoco” che apprezza più di tutti i beni materiali come il ricordo del dottore amico. Aveva eseguito due tentativi di suicidio ben riusciti. Tutte e due le volte è sopravvissuto per miracolo. A lungo ha cercato una religione che l’avrebbe aiutato in quel terribile stato d’animo. Il punto della partenza per la guarigione dalla depressione considera le parole lette nel Vangelo "Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno”. Ha una debole organizzazione psichica e grazie a questo è soggetto ai cambiamenti dell’umore. Dal 1996 però non si è più ammalato della depressione e questo fatto spiega con la credenza in Dio. Si è fatto battezzare presso la Chiesa Ortodossa nel 2000.  




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