Officio dell'Inno Acatisto alla Tutta Santa Genitrice di Dio
Officio dell'Inno Acatisto alla Tutta Santa Genitrice di Dio
Acatisto alla Madre di Dio
OFFICIO DELL'INNO ACATISTO
ALLA TUTTA SANTA
GENITRICE DI DIO
Traduzione di protosacerdote Antonio Lotti
NOTA STORICO-LITURGICA
adattata da: Bollettino Ortodosso n° 8-9, 1974, pag. 24,
a cura del compianto prof Antonio Selem
Nell'anno 626, durante il regno dell'imperatore Eraclio I, Costantinopoli fu attaccata per terra e per mare dalle orde scitiche di Kagan; contemporaneamente le truppe del re di Persia Cosroe devastavano la Calcidica. Mentre si preparavano le ultime misure per la difesa della capitale, il Patriarca Sergio uscì dalla cattedrale di Santa Sofia in processione, portando l'icona della Madre di Dio, e, accompagnato dal popolo, percorse tutta la città, raggiungendone gli estremi baluardi. E la fiducia riposta nell'intercessione della Vergine non fu vana. Reparti imperiali poco numerosi sconfissero l'esercito scitico, mentre un'improvvisa tempesta distruggeva la flotta nemica. Così Costantinopoli era miracolosamente liberata dal pericolo e il Patriarca Sergio compose, in segno di ringraziamento, l'Inno Acatisto, il cui primo Contacio si riferisce alla salvezza di Costantinopoli per opera della Vergine.
"Acatisto" in greco significa "Non da seduti", perché si recita in piedi. Successivamente questo nome fu dato ad altri inni analoghi in onore di N.S. Gesù Cristo, di san Nicola e di altri Santi.
L'Acatisto alla Madre di Dio è officiato solennemente in tutte le chiese ortodosse alla vigilia del Sabato della Quinta settimana di Quaresima, ma i fedeli lo leggono anche tutte le vigilie delle feste della Madre di Dio. Alcuni lo leggono almeno una volta alla settimana, mentre nei monasteri dell'Athos lo si legge ogni giorno.
Questo inno nel corso dei secoli è stato fonte di gioia e consolazione per i suoi lettori. Grazie ad esso la mente si illumina, il cuore si riscalda e l'uomo si eleva a una realtà superiore, misteriosa, ricca di saggezza e di gioia, che nessuno può togliere.
Tono 8°: Tropario
La creatura incorporea contempla il comando * e presto si reca alla dimora di Giuseppe * per dire a Maria inesperta di nozze: * Dio con la sua discesa piega i cieli * e si contiene tutto in te senza mutare, * nel tuo grembo prende forma di servo; * già lo vedo così e con stupore ti esclamo: * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Tono 8°:
Primo Contacio
A te, guida dei soccorsi, noi tua città * dedichiamo gli inni grati di vittoria; * tu ci scampi dai disastri, Genitrice di Dio * e al tuo agire non c’è chi si oppone; * serbaci liberi da tutti i pericoli, * fa’ che ti esclamiamo: Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Primo Ico
L'Angelo principale è mandato da su in cielo, * a dire alla Genitrice di Dio: Gioisci! * Emettendo la voce pur senza corpo * ti contempla assumere corpo, Signore, * resta attonito ed esitante * e così le dichiara: *
Gioisci, grazie a te risplenderà la gioia; * Gioisci, grazie a te cadrà la maledizione; * Gioisci, rimpatrio dell’Adamo caduto; * Gioisci, riscatto delle lacrime di Eva; * Gioisci, vetta non toccata dai concetti umani; * Gioisci, abisso non sondato dagli occhi degli angeli; * Gioisci, sei divenuta il trono del Re; * Gioisci, reggi colui che regge ogni cosa; * Gioisci, stella che richiama il sole; * Gioisci, grembo in cui si incarna Dio; * Gioisci, grazie a te il creato torna giovane; * Gioisci, grazie a te il Creatore si fa bimbo; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Secondo Contacio
Vedendosi casta, la Santa * dice a Gabriele con ardire: * Il tuo singolare saluto * alla mia anima appare assurdo; * di una gravidanza senza seme, * come puoi cantare: * Alleluia!
Secondo Ico
Nozione ignota la Vergine vuole sia nota, * ed esclama all’angelico messo: * Un figlio dai miei casti fianchi * dimmi, come può nascere? * e lui le risponde con timore, * e le esclama così: *
Gioisci, iniziata al Consiglio che non trova parole; * Gioisci, fede in ciò che solo richiede silenzio; * Gioisci, premessa ai prodigi di Cristo; * Gioisci, principio delle sue dottrine; * Gioisci, scala del cielo, da cui scende Dio; * Gioisci, ponte che porta dalla terra al cielo; * Gioisci, lodata meraviglia degli angeli; * Gioisci, dolente sconfitta dei demòni; * Gioisci, generi, ma come dirlo, la Luce; * Gioisci, a nessuno insegni come questo accade; * Gioisci, superi il sapere dei dotti; * Gioisci, illumini i cuori dei credenti; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Terzo Contacio
La potenza dell’Altissimo già ombreggia * sull’Ignara di nozze a ché concepisca, * e fa in modo che il suo grembo fecondo* sia inteso come un terreno fruttuoso * per chiunque voglia mietere salvezza * e cantare: * Alleluia!
Terzo Ico
AccoltoDio nel suo grembo materno, * la Vergine corre da Elisabetta; * e subito il bimbo di questa * ne distingue il saluto e gioisce, * e a balzi, come fossero canti, * esclama alla Genitrice di Dio: *
Gioisci, germoglio del tralcio che non secca; * Gioisci, podere dal frutto mai guasto. * Gioisci, fai crescere l’amico degli uomini, che lui coltiva; * Gioisci, germogli colui che fa germogliare la vita; * Gioisci, campo che rende molte indulgenze; * Gioisci, mensa che porta floride clemenze; * Gioisci, fai fiorire il prato della delizia; * Gioisci, predisponi alle anime un porto; * Gioisci, gradito incenso d’intercessione; * Gioisci, clemenza per tutto quanto il mondo; * Gioisci, benvolere di Dio per i mortali; * Gioisci, confidenza con Dio di noi mortali; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Quarto Contacio
Una tempesta il saggio Giuseppe sente in sé, * turbato da contrastanti idee: ti vede lontana da unioni, * ma di connubio occulto ti sospetta, o Pura! * poi apprende che di Spirito santo sei incinta e dice: * Alleluia!
Quarto Ico
Ascoltano i Pastori gli Angeli inneggiare * a Cristo che è comparso nella carne, * e accorrono a contemplare il Pastore: * lo vedono, come agnello immacolato, * nutrirsi al seno della madre * e a lei così dicono nell’inno: *
Gioisci, Madre insieme di Agnello e Pastore; * Gioisci, ovile delle greggi razionali; * Gioisci, ostacolo agli invisibili nemici; * Gioisci, accesso alle porte del Paradiso; * Gioisci, in cielo si esulta con la terra; * Gioisci, in terra si danza con i cieli; * Gioisci, bocca mai silente degli Apostoli; * Gioisci, invitto coraggio dei campioni; * Gioisci, baluardo robusto della fede; * Gioisci, vessillo fulgente della grazia. * Gioisci, grazie a te l’Ade è depredato; * Gioisci, grazie a te abbiamo vesti di gloria; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Quinto Contacio
Punta a Dio quella stella, e i Magi l’osservano, * ne seguono la luce come lanterna * e con essa ricercano il Potente Re; * raggiungono Colui che non si raggiunge * e gioiscono, a lui esclamando: * Alleluia.
Quinto Ico
Vedono i Magi persiani in braccio alla Vergine * Colui che ha plasmato di sua mano gli uomini, * capiscono che il Sovrano è proprio Lui, * sebbene abbia assunto aspetto di servo; * si affrettano a servirlo con regali * mentre esclamano alla Benedetta:
Gioisci, madre della stella che non tramonta; * Gioisci, luce del nuovo giorno interiore; * Gioisci, hai spento la fornace dell'inganno; * Gioisci, rischiari chi vive la Trinità; * Gioisci, respingi il tiranno avversatore degli uomini; * Gioisci, riveli Cristo, Signore propizio agli uomini; * Gioisci, tu sleghi dalle barbare credenze; * Gioisci, affranchi dalle opere lorde; * Gioisci, interrompi l’adorazione del fuoco; * Gioisci, converti la fiamma delle passioni; * Gioisci, sei guida di senno per i fedeli; * Gioisci, ogni progenie di te dice allegrezza; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Sesto Contacio
Araldi portatori di Dio * divengono i magi e tornano a Babilonia: * hanno adempiuto il tuo vaticinio, * a tutti predicando che sei il Cristo * e lasciando Erode a delirare, * per non aver saputo cantare: * Alleluia!
Sesto Ico
Irradi in Egitto luce di verità * e scacci la tenebra della menzogna; * i suoi idoli infatti, Salvatore, * non reggono al tuo potere e crollano; * e coloro che ne sono liberati * esclamano alla Genitrice di Dio: *
Gioisci, recupero degli uomini; * Gioisci, rovina dei demòni; * Gioisci, calpesti l’errore della frode; * Gioisci, degli idoli smascheri l’imbroglio; * Gioisci, mare che sommerge il Faraone interiore; * Gioisci, roccia che abbevera chi ha sete di vita; * Gioisci, stele di fuoco che ci guida nel buio; * Gioisci, manto sul mondo, più ampio d'una nube; * Gioisci, vivanda che segue alla manna; * Gioisci, ministra di santa delizia; * Gioisci, sei tu la terra promessa; * Gioisci, da te scorre latte e miele; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Settimo Contacio
E’ prossimo Simeone a lasciare il mondo vano: * a lui ti consegnano come semplice bimbo, * lui però ti riconosce anche Dio perfetto; * e perciò stupisce della tua sapienza * che non trova parole, e tuttavia grida: * Alleluia!
Settimo Ico
Nuova creazione il Creatore ci mostra, * ora che appare a noi sue creature; * e germoglia da un grembo non seminato * e lo serba nel modo com'era, senza degrado: * fa che noi, nel vedere il miracolo, * inneggiamo a lei ed esclamiamo così:
Gioisci, bocciòlo di un mondo senza degrado; * Gioisci, corona di vita temperata; * Gioisci, in te risplende la resurrezione; * Gioisci, manifesti come vivono degli Angeli; * Gioisci, pianta da frutto, che nutre i fedeli; * Gioisci, albero frondoso, che molti ripara; * Gioisci, porti in grembo la Guida degli sperduti; * Gioisci, ai prigionieri hai generato il Redentore; * Gioisci, preghiera presso il Giudice Giusto; * Gioisci, perdono per coloro che cadono; * Gioisci, vestito di chi è nudo di confidenza; * Gioisci, carezza che vince ogni bramosia; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Ottavo Contacio
Strano è il parto che vediamo: estraniamoci al mondo * e trasferiamo la nostra mente nel cielo; * per questo l’Eccelso appare umile uomo in terra: * in alto vuole attrarre chi esclama: * Alleluia!
Ottavo Ico
Tuttose stesso è quaggiù il Verbo non circoscritto, * e mai comunque si allontana dall'alto: * si presenta come divina discesa * e non affatto come cambio di luogo, * il suo farsi partorire dalla Vergine; * ed ella, per aver accolto Dio, sente queste parole:
* Gioisci, limite di Dio senza alcun limite; * Gioisci, porta del venerando mistero; * Gioisci, dottrina che porta dubbi agli increduli; * Gioisci, certezza senza dubbi dei credenti; * Gioisci, carro santo di chi sta sui Cherubini; * Gioisci, abitazione di chi sta sui Serafini; * Gioisci, tu guidi gli opposti ad uno stesso punto; * Gioisci, congiungi la verginità con il parto; * Gioisci, grazie a te la colpa è dissolta; * Gioisci, grazie a te è aperto il Paradiso; * Gioisci, chiave di accesso al regno di Cristo; * Gioisci, nostra speranza nei beni eterni; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Nono Contacio
Tuttala natura degli Angeli stupisce * per l’opera grande del renderti uomo; * vedono in te, da Dio qual eri non accessibile, * adesso uomo che si fa accessibile a tutti, * venuto a vivere insieme con noi * per ascoltare da tutti così: *Alleluia!
Nono Ico
Oratori fluenti ora muti come pesci * vediamo grazie a te, Genitrice di Dio: * sono incerti a spiegare come mai * rimani Vergine ed hai partorito; * solamente ammirando il mistero, * noi invece con fede ti esclamiamo:
* Gioisci, custodia della sapienza di Dio; * Gioisci, forziere della sua provvidenza; * Gioisci, dimostri insipienti i pensatori; * Gioisci, riveli vaneggianti i sapienti; * Gioisci, impazziscono i rigorosi indagatori; * Gioisci, sono esausti gli inventori dei miti; * Gioisci, dei pagani tu sciogli le storture; * Gioisci, ai Pescatori ricolmi le reti; * Gioisci, sollevi dal gorgo dell’ignoranza; * Gioisci, illumini molti con la sapienza; * Gioisci, traghetto di chi vuole salvarsi; * Gioisci, ormeggio di chi naviga la vita; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Decimo Contacio
Salvare il mondo, questo vuole il Creatore di tutto, * e in esso scende, come lui stesso ha promesso; * e se in quanto Dio Egli è già nostro Pastore, * ora ci appare al modo nostro, in quanto uomo; * infatti chiama il simile al simile * e in quanto Dio si sente dire: * Alleluia!
Decimo Ico
Baluardo tu sei per le Vergini, Genitrice di Dio Vergine, * e per tutti coloro che ricorrono a te: * tale ti ha resa il Creatore di cielo e terra, * ora che abita il tuo grembo, o senza macchia, * ed istruisce tutti noi ad esclamare:
* Gioisci, colonna della verginità; * Gioisci, portale della nostra salvezza; * Gioisci, causa prima della nuova creazione; * Gioisci, dispensiera di divina bontà; * Gioisci, rigeneri i concepiti con vergogna; * Gioisci, ridai saggezza ai derubati del senno; * Gioisci, tu sconfiggi il Corruttore delle menti; * Gioisci, partorisci Colui che semina purezza; * Gioisci, sala di nozze volute senza seme; * Gioisci, tu che fidanzi i credenti al Signore; * Gioisci, istitutrice di verginità; * Gioisci, scorta alle nozze delle anime sante; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Undicesimo Contacio
Inno che sia cederà nel raccontare * l’abbondanza delle tue molte indulgenze: * se ti offrissimo noi tanti canti * quanti i grani della sabbia, Re santo, * non faremmo nulla che sia all’altezza * di quanto hai dato tu a noi; perciò ti esclamiamo: * Alleluia!
Undicesimo Ico
Lume radioso che ci appare nel buio: * così vediamo noi la Vergine santa; * ella infatti accende la luce immateriale, * a divina conoscenza ci porta tutti, * col suo splendore ci illumina la mente * ed è onorata con questi accenti:
* Gioisci, raggio del Sole che noi intuiamo; * Gioisci, sprazzo del perenne Bagliore; * Gioisci, folgore che rischiara le anime; * Gioisci, tuono che sgomenta i nemici; * Gioisci, fai sorgere la Luce splendente; * Gioisci, fai scorrere il Fiume di molte acque; * Gioisci, del fonte tu raffiguri il modello; * Gioisci, il peccato tu togli e la lordura; * Gioisci, bagno che monda la coscienza; * Gioisci, calice che mesce esultanza; * Gioisci, aroma della fragranza di Cristo; * Gioisci, vita del mistico cenacolo; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Dodicesimo Contacio
Grazia vuol fare ai nostri antichi debiti * Colui che paga il conto di tutti gli uomini: * si trasferisce di sua volontà * qui da noi, staccati dalla sua grazia, * strappa l’atto della nostra condanna * e da tutti sente dire così: * Alleluia!
Dodicesimo Ico
Cantando al tuo Nato, noi tutti ti inneggiamo * qual Tempio vivente, Genitrice di Dio; * abitando infatti all’interno del tuo grembo, * Lui che tutto tiene in mano, il Signore * ti ha costituito santa e gloriosa * e a tutti insegna ad esclamarti:
* Gioisci, sei dimora del Verbo di Dio; * Gioisci, sei la Santa maggiore tra i Santi; * Gioisci, arca d’oro forgiata dallo Spirito; * Gioisci, forziere di Vita senza fine * Gioisci, preziosa corona dei re fedeli; * Gioisci, onorato vanto dei pii sacerdoti; * Gioisci, torre della Chiesa che non rovina; * Gioisci, baluardo del regno che non soccombe; * Gioisci, grazie a te è un celebrare di vittorie; * Gioisci, grazie a te sono travolti i nemici; * Gioisci, salute del mio corpo terreno; * Gioisci, salvezza della mia anima; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Tredicesimo Contacio
Inneggiata Madre, che hai partorito il Verbo, * Colui che è Santo più di tutti i Santi, * accogliendo l’offerta di questa ora, * affrancaci tutti da ogni sventura, * e riscattaci dal castigo imminente * mentre insieme ti esclamiamo: * Alleluia!
Primo Ico
L'Angelo principale è mandato da su in cielo, * a dire alla Genitrice di Dio: Gioisci! * Emettendo la voce pur senza corpo * ti contempla mentre assumi corpo, Signore, * ne resta incantato ed esita * a gridarle queste parole: *
Gioisci, grazie a te risplenderà la gioia; * Gioisci, grazie a te cadrà la maledizione; * Gioisci, rimpatrio dell’Adamo caduto; * Gioisci, riscatto delle lacrime di Eva; * Gioisci, vetta non toccata dai concetti umani; * Gioisci, abisso non sondato dagli occhi degli angeli; * Gioisci, sei divenuta il trono del Re; * Gioisci, reggi colui che regge ogni cosa; * Gioisci, stella che richiama il sole; * Gioisci, grembo in cui si incarna Dio; * Gioisci, grazie a te il creato torna giovane; * Gioisci, grazie a te il Creatore si fa bimbo; * Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Primo Contacio, Tono 8°:
A te, guida dei soccorsi, noi tua città * dedichiamo gli inni grati di vittoria; * tu ci scampi dai disastri, Genitrice di Dio * e al tuo agire non c’è chi si oppone; * serbaci liberi da tutti i pericoli, * fa’ che ti esclamiamo: Gioisci, Sposa che non sei sposa.
Fine e gloria a Dio
Sono tutte le illustrazioni delle Icone di Vlaherny di Costantinopoli