La preghiera Ortodossa


Silvano scrive:

     "...Quindi ti chiedo Padre, ma mi attengo a quanto ritieni giusto... di insegnarmi il modo, a tenere sempre, con la grazia dello Spirito, il Signore Gesù nel mio cuore..."


p. Antonio risponde:

     "Dio ti benedica, caro Silvano!

     Ecco, grazie a Dio, siamo arrivati al Natale e stiamo vivendo la Settimana Santa, e ti saluto con il cuore pieno di gioia con l’augurio della salvezza nell’Eternità. Così finalmente ho un poco di tempo libero per scriverti la mia terza lettera, questa volta a proposito della Preghiera.

     Comincerò subito dalla cosa più importante.

     La preghiera è la base della vita non solo di ogni monaco, ma anche di ogni cristiano laico. Ma la preghiera incessante, o lo stato della preghiera pura, non è assolutamente lo scopo della vita di un cristiano, come la capisce la maggioranza delle persone cristiane, non parliamo poi di quelle non cristiane, ma il solo MEZZO, lo STRUMENTO per ottenere lo stato costante di UMILTA’, e solo quest’ultimo apre le porte del Cielo.

     Prova a rileggere questa frase più volte per capirne bene il significato.

     Così vedrai, che il volere delle persone neofite, e degli eretici, di raggiungere lo stato della preghiera incessante (con l’ottenimento della "gioia in Dio”, per i cristiani, o della "nirvana”, per i pagani) in fondo è privo del senso e devia ogni persona su una strada sbagliata. Lo si può capire facilmente dal fatto che queste persone immaginandosi, sognando dei tempi quando otterranno la preghiera costante, o "pura”, si riempiano del senso tutt’apposto all’umiltà – del senso della soddisfazione di sé stessi, di vanagloria, di orgoglio… immaginando magari come le altre persone le rispetteranno, le adoreranno, soddisferanno il loro orgoglio magari ferito prima…

     Ti vedi in questa descrizione, figliolo?

     Se no, guai a te. Se sì, ti devo dire: tutti noi passiamo attraverso questa visione sbagliata della preghiera incessante, "errare umanum est”, non c’è niente di nuovo in questo. Il fatto è che la moltitudine delle persone, cristiani nominali, si fermino su questa concezione della preghiera e per loro si apre l’unica strada possibile: quella della corruzione dal diavolo. Ma i veri cristiani ortodossi vengono poi a sapere della pericolosità di questo tipo di strada della preghiera e leggendo gli Scritti Patristici vengono a sapere, che l’unico scopo della preghiera qualunque e soprattutto di quella incessante è il raggiungimento del costante e ferreo sapere del proprio stato di abissale peccaminosità, e proprio da questo stato diventa possibile una preghiera pura ed umile. Così si chiude il cerchio: per acquistare l’umiltà bisogna pregare molto, ed in modo giusto, e poi come il frutto di una preghiera forzata e costante viene assimilato in modo naturale (cioè proprio in qualità di un dono di Dio) una profonda coscienza del proprio stato pietoso che a sua volta porta all’Umiltà, ma quella vera, sincera, e non forzata come prima, che a sua volta spinge la persona ad invocare la misericordia di Dio.

     E la preghiera incessante, l’hanno persino i corrotti dal diavolo. Di questo narrano i Testi Patristici, qui a edificazione ne farò una citazione dall’Antologia Alfabetica dei Padri Santi: "Un fratello ha detto a S. Sissoj il Grande: "Vedo in me l’esistenza della preghiera incessante”, ed il Beato ha risposto: "Questa cosa non è grande, che il tuo pensiero ci sia sempre accanto a Dio: la cosa veramente grande è vedere sé stesso inferiore a qualsiasi creatura”. 

     Ti posso dare un’altra citazione a proposito, del S. Isacco di Siria: "La ricompensa viene data non alla virtù e non alla fatica per ottenere la virtù, ma all’umiltà che viene prodotta da queste due. Se l’umiltà sarà perduta, allora le prime due saranno vane”. 

     Ma come ci si acquista, la beata umiltà?

     C’è solamente una via: "Il compimento scrupoloso dei Comandamenti di Cristo insegna all’uomo la sua impotenza”, ha detto San Simeone il Nuovo Teologo (+ 1022).

     Notabene - si tratta dei Comandamenti di Cristo (Matt. 5,6,7) e non solamente del Decalogo.

     Proprio di questo scrive il Sant’Apostolo Giacomo: "Tu credi che v’è un sol Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano. Ma vuoi tu, o uomo vano, conoscere che la fede senza le opere non ha valore?.. Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” (S.Giac. 2-19,20,26).

     Perché ha detto così? Per la ragione di cui scritto sopra.

     Ma anche è impossibile fare altrimenti, perché la vita e le azioni di chi abbia la fede, per forza si manifesteranno nei fatti della fede che abbia la persona in questione. E per le azioni che compia una determinata persona, possiamo giudicare la fede di questa persona.

     Come si dice, il Dio è solo uno, ma ci sono tante religioni, ed ogni religione abbia un suo dio.

     Ma torniamo al discorso della preghiera.

     Noi abbiamo stabilito che la preghiera incessante fa da uno strumento verso il vero scopo di essa, cioè l’umiltà. E che per ricevere questo stato come dono di Dio e non come uno stato immaginario di corruzione, bisogna vivere secondo il Testamento Nuovo. E non c’entra qui nessun rimedio meccanico, né il modo di respiro, né la posizione del corpo, né lo stato laico o quello monacale.

     Mi domanderai: "Ma perché allora noi leggiamo di queste cose?” La risposta è questa: "Tale cose sono state scritte per i monaci asceti dai monaci asceti per scambio delle opinioni pratiche, ma sempre dentro il loro ambiente, e non erano mai indirizzati a tutto il mondo cristiano, tantomeno laico. Diciamo, queste opinioni sono state divulgate per errore (leggi - corruzione) e ci sono tante persone ormai che si sono persi dietro questi esercizi, per loro dannose, dimenticando la vera meta della preghiera di cuore”.

     Ma come capire se siamo umili o ancora portiamo dentro di noi la passione di orgoglio?

     E’ facile: basta tenere in mente le parole del S. Sissoj il Grande, e poi, sul livello pratico, ci possiamo valutare dal fatto se noi giudichiamo almeno una persona, o ci irritiamo con qualcuno, o qualcosa ci dia il fastidio… se staremo attenti, vedremo la nostra caduta.

     E vedere questo in modo lampante ci aiuta il Sacramento della Confessione fatto spesso, spessissimo, almeno una volta a settimana. Perché una persona che lo fa spesso diventa sempre più attenta e critica verso sé stessa.

     Per pregare in modo giusto, ci sono tre condizioni basilari.

     1. L’attenzione durante la preghiera ripulisce la mente dai pensieri estranei, e sappiamo che Dio ascolta il cuore e non le parole. Chi prega con le parole senza l’attenzione fa la preghiera all’aria e fa venire la gioia ai demoni.

     2. La venerazione aiuta l’attenzione durante la preghiera e disciplina la mente; inoltre aiuta a mantenere la coscienza della propria peccaminosità.

     3. Il pentimento per lo stato d’animo in cui si trova un peccatore dà la forza alla preghiera, negli occhi di Dio, e pulisce la preghiera dall’orgoglio del uomo decaduto.

     Pregare bisogna non solo senza fretta, ma lentamente, "chiudendo la mente nelle parole della preghiera”, come insegnano i Testi Patristici. Per esempio, per 100 preghiere di Gesù Cristo fatte con attenzione, ci vogliono 30 minuti, perciò è impossibile farne più volte tanto, come possiamo leggere nei libri scritti dallo stato di corruzione.

     Poi c’è ancora una cosa di cui ti devo avvertire, e questa cosa riguarda proprio la Fede Cattolica che insegna ai suoi fedeli proprio il modo errato di pregare, il modo che porta ed ha portato nello stato di corruzione molti cattolici, compresi quelli che vengono oggigiorno giustificati come santi dalla Chiesa Romana.

     Si tratta del metodo di pregare eccitato, con l’aiuto di immaginazione, di "compassione”, di eccitazione del sangue, in ogni modo, carnale, negli occhi della Fede Ortodossa.

     Ecco come definisce questo tipo di preghiera il Sant’Ignazio Briancianinov:

      "…Un fuoco impuro deriva da un cieco e materiale surriscaldarsi del sangue che è proibito portare davanti al Dio Tuttosanto. 

     Il fuoco santo della preghiera, prestato dal tempio di Dio, è un sacro amore che viene riversato, nei veri cristiani, dallo Spirito Santo. Chi si appresta a compiere la preghiera con il fuoco nel sangue, si illude, ingannando se stesso, nella sua alta considerazione di sè, di compiere un servizio gradito a Dio, mentre suscita, in realtà, la Sua ira. 

     Non cercare alcun godimento nella preghiera; questo non si addice in alcun modo al peccatore. Il desiderio del peccatore di godere - è già un inganno in se stesso. Cerca di vivificare il tuo cuore morto e impietrito, perché possa sentire la sua peccaminosità, la sua caduta, la sua futilità; la veda e se ne renda conto con umiltà. Ed allora potrà apparire dentro di te il frutto vero della preghiera: la vera penitenza. Sospirerai davanti a Dio e Lo invocherai con la preghiera da quello stato miserevole dell’anima, che all’improvviso si manifesterà in te; Lo invocherai quasi dalla prigione, dalla tomba, dall’inferno. 

      La penitenza genera la preghiera, e la preghiera, a sua volta, genera un’abbondante penitenza, essendo questa figlia della prima. 

     Possono godere la dolcezza della preghiera solo i santi scelti da Dio e rinnovati dallo Spirito Santo. Chi, trascinato da impulsi sanguigni, dalla vanagloria e dalla sensualità, si procura da solo dei godimenti, si trova in un inganno miserabile”. 

     Queste parole, le puoi anche leggere nei libri tradotti in italiano dal russo e di edizione italiana. Ma non ci troverai, per esempio, queste parole di Sant’Ignazio, che smascherano le vie di preghiera della fede latina:

     "Al contrario di un vero cristiano, il figlio spirituale d’Israele, invoca dallo stato di ossessione il corrotto: "I figli d’Israele dicevano, una volta, a Mosè: parla tu con noi e ti ascolteremo; che Dio non ci parli, perché potremo morire. Non così, Signore, non così prego io! Che non mi parli Mosè o qualcun altro dei profeti: parlami Tu, Signor mio, che dà l’ispirazione a tutti i profeti. Tu solo, senza loro, puoi istruirmi”. 

     In questo caso Sant’Ignazio ha citato l’ "Imitazione di Gesù Cristo di Tommaseo da Kempis”,libro 3, cap. 2.

     Oppure prendiamo altre parole di San’Ignazio, che non potrai mai vedere nei libri di edizione italiana:

     "Molti asceti nella sua considerazione dell’amore naturale in qualità dell’Amore Divina si scaldavano il loro sangue, come anche la fantasticheria. Lo stato di eccitazione si trasforma facilmente nello stato di frenesia. E molti, che si trovavano nello stato di fantasticheria e di frenesia, venivano considerati come aventi la grazia Divina e la santità, ma loro, poveretti, erano le vittime di illusione di sè stessi. 

     Molti asceti di tale corruzione c’erano nella Chiesa Occidentale, fin dai tempi quando è caduta nel papato… molti libri sono stati scritti da questi asceti dal loro stato di surriscaldamento carnale, dove la corruzione frenetica gli sembrava l’amore Divino, nella quale la loro immaginazione malata dipingeva a loro una moltitudine di visioni, che lusingavano il loro amore proprio e la loro superbia…” 

     Si potrebbe progredire nella citazione del Santo Vescovo, ma basta così, per ora.

     Come vedi, caro Silvano, da questi pochissimi esempi, la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica hanno due considerazioni della strada verso la salvezza totalmente opposte, l’una all’altra. Non sono né vicine nè simili. E, fra le due, c’è solo una strada giusta.

     …Come un cristiano, dovresti pregare più spesso possibile, ma a patto delle tre condizioni descritte sopra; come una persona laica, dovresti farlo di nascosto, nella tua mente, o a casa tua possibilmente appartato (se non avete il felice dono di pregare insieme, tutta la famiglia), visto che la preghiera di cuore per noi al momento è inaccessibile; senza mettere in evidenza il lavoro spirituale che farai, altrimenti ti saranno portati via i possibili frutti futuri.

     Gli Ortodossi pregano in un tono monotono, quieto, a voce bassa o nella mente, cacciando via qualsiasi pensiero o immagine dalla mente, cercando di prestare l’attenzione, e non la sensualità, ad ogni parola destinata a Dio, con l’umiltà di un peccatore accanito davanti alla Santità Divina.

     Qui non ti ho parlato principalmente della Preghiera di Gesù, perché ormai ho scritto molto anche se in modo insoddisfacente: l’argomento è di infinita profondità. Posso aggiungere, qui, una citazione davvero interessate, presa da un giornale ortodosso, "Vera” (”Fede”), da un’intervista con il figlio spirituale di archimandrita Sofronio, il mitropolita Gerofeo (e l’arcimandrita Sofronio era un figlio spirituale dello Starez Silvano di Athos):

     "… ho visto persino i bambini piccoli che avevano la preghiera incessante. Ho conosciuto una bambina, lei aveva tre anni, e noi ci siamo messi d’accordo, che ogni volta che lei andava a dormire, lei diceva 20 volte la preghiera di Gesù "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me”. E poi di mattina, appena sveglia, ripeteva 20 volte la stessa preghiera. E quando usciva di casa oppure andava nell’asilo, ripeteva la stessa preghiera. Dopo un poco di tempo ci siamo visti e l’ho domandata: "Leggi la preghiera?” "Leggo, leggo,” - mi ha risposto. "Leggi sempre?” – "Sempre”. L’ho incontrata un mese più tardi e l’ho domandata: "Leggi, non hai dimenticato?” "Leggo, - mi risponde, - leggo. Però quando la leggo, mi succede qualcosa, non riesco a spiegarmi. Io la come se leggo, ma sento, come lei stessa si legge da sola nel mio cuore. Io non la leggo con la bocca, ma lei si pronuncia da sola nel mio cuore, questa preghiera incessante”. 

     Ho provato fare quest’esperimento ancora una volta. Con una madre ci siamo accordati che lei prima di dormire leggerà la preghiera di Gesù. Poi una volta il bambino è andato nella sua camera a dormire, ha letto le preghiere e si è addormentato. Mezz’ora più tardi, quando il bambino ormai dormiva, la madre ha sentito che lui pregava. Lei è andata nella sua camera, e cos’ha visto? Il bambino dormiva, ma continuava a pregare a voce alta. Questa è un’esperienza ascetica!” 

     Ecco perché il Signore ha detto "siate come dei bambini”: i bambini sono privi dell’orgoglio, sono semplici e puliti d’animo, perdonano facilmente come dimenticano le offese degli altri, non giudicano, non fanno niente d’artificio e per questo ricevono i doni - perché non li cercano e non hanno i doppi fini, nelle loro preghiere. Invece noi adulti dobbiamo sudare sette camicie per diventare quello che eravamo una volta… e chissà se ci arriveremo.

     Con questo pensiero ti saluto, caro Silvano.

So benissimo che questa mia lettera è del tutto insoddisfacente, ma almeno spero abbia schiarito per te la strada dell’Ortodossia verso il giusto modo di fare la preghiera.

     Ti auguro ogni bene in Dio.

     Con l’amore in Cristo, p. Antonio."




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