S. Antonio di Sija è nato nel 1478 (6986) nel villaggio di Kehta del distretto del Dvina del Nord (del fiume Sèvernaia Dvinà) che si trova a 30 verst* dalla città di Arcangelo.
Alla nascita è stato nominato Andrea. Suo padre si chiamava Nikìfor ed era di provenienza della città di Novgorod, invece sua madre Agàfya era una contadina di Kehta. Dopo la morte dei genitori a 24 anni Andrea è andato a Novgorod e per 5 anni ha servito una famiglia di boiardi e poi, con il consenso di tutti, si è sposato con la figlia del suo padrone. Un anno più tardi la giovane moglie è morta. Un anno dopo è morto anche il padre di lei.
Perciò a 30 anni si è trovato vedovo ed orfano per la seconda volta ed è tornato nella patria, ha venduto la sua parte della proprietà a favore dei poveri e poi è andato nel monastero Kensky di Onega nel distretto del lago Onega, vicino al fiume Kena. Nel 1508 l’igumeno del monastero Pacomio l’ha fatto il monaco attribuitogli il nome Antonio nel nome di Antonio il Grande. Successivamente, su richiesta del Padre Superiore e della fraternità ha accettato di ricevere la dignità ecclesiastica. Era molto rispettato per il suo amore di lavorare e di pregare.
Pochi anni dopo il reverendo Antonio ha chiesto benedizione del Padre Superiore Pacomio per «allontanarsi da tutti nel deserto». Perciò è stato lasciato andare coi due monaci, Alessandro e Ioakim. Venuto nel deserto (là dove oggi sita la città di Plesezk; intanto bisogna dire che il concetto deserto in russo significa un luogo appartato nei boschi) si è fatto la cella e la chiesa consacrata nel nome di San Nicola. Lì la fraternità è cresciuta di 4 fratelli venuti da lui per lavorare e pregare insieme.
Sette anni più tardi gli abitanti del piccolo monastero sono stati espulsi dai contadini locali, per il timore che i monaci s'impadroniscano delle loro terre, ed hanno dovuto andare più a Nord. Con sei fratelli – Alessandro, Ioakim, Isaia, Eliseo, Alessandro e Giona – Antonio ha raggiunto il lago Angolare, che si trova a sei verst* dal monastero di Sija di oggi, ha issato la Croce, nello stesso punto in cui in seguito è stata costruita la chiesa in legno della Croce Issata.
Ma dapprima non riuscivano a trovare un posto, per fondare il monastero, che sia gradito a Dio. Vagando nei boschi hanno incontrato il contadino di nome Samuel, un residente del villaggio Brosacievo del campo di Emezk, che ha portato i monaci sull'isola del lago Mihàjlovskoje da dove i cacciatori ed i pescatori sentivano provenire i suoni delle campane, i canti ecclesiastici e persino vedevano da lontano i monaci tagliare il bosco per fare un monastero. Ma tutte queste cose erano solo le visioni, infatti l'isola era deserta. Da questo fatto la gente del posto si teneva sempre in mente che ci dovrà un giorno sorgere un monastero. Appunto su quest'isola aveva portato Samuel i sette monaci, nel 1520.
Subito i monaci hanno costruito una cappella e la cella per viverci. Più tardi quando la fraternità ha cominciato a crescere di numero, il reverendo Antonio è stato eletto Priore. Alla fine della sua vita la fraternità del monastero è arrivata a 70 persone.
Nel 1644 (7051) Antonio ha ricevuto dal Re Sovrano Gran Principe Ivan Vasil'evich il Brevetto di Privilegi per il possesso della terra del monastero. Dopo di che i fratelli hanno cominciato a costruire un grande tempio in legno, in nome della Santa Trinità (da cui proviene il nome del monastero), per il quale Antonio stesso ha dipinto un’icona della Trinità Vivificante.
Però più tardi il tempio costruito è andato a fuoco, mentre l'icona è stata miracolosamente salvata: sotto gli occhi di tutti i presenti le Mani Invisibili hanno portato dal rogo l’icona intatta ed l’hanno messa dolcemente sul prato davanti al tempio in fiamme. Più tardi l’icona è stata sollennemente riportata nel tempio ricostruito.
Durante la sua vita da Priore S. Antonio si allontanava dal monastero per andare in luoghi deserti per vivere in silenzio o sull'isola del lago Dùdnitskoje, o vicino al lago Padùn. Il primo luogo è situato dal monastero a 3 miglia, ed il secondo a 10 miglia, e vi rimase per due anni. A quel tempo il monastero era gestito dal suo discepolo prete monaco Feognòst. Ma i fratelli sempre pregavano Antonio di tornare, e lui riprendeva il governo del monastero.
Nel 1555 (7064), un anno prima della sua morte, lui ha fatto un elenco dettagliato dei beni del monastero e degli edifici di proprietà e dopo averlo firmato l'ha consegnato al suo discepolo anziano Kirìl, che aveva benedetto per l'incarico del Costruttore.
Il 7 Dicembre del 1556 (7065) S. Antonio di Sija è passato all’altra vita all’età di 70 anni dopo aver fatto, nella sua vita, tanti sacrifici spirituali nonchè tanti miracoli. Neanche oggi manca il suo aiuto miracoloso a quelli che si rivolgono a lui.
Sant'Antonio ha vissuto nel proprio monastero e ha fatto il Priore per ben 37 anni.
Dopo la morte di S. Antonio i suoi resti sono stati sepolti nel tempio della Santa Trinità.
Nel 1579 Sant'Antonio di Sija è stato canonizzato dalla Chiesa Ortodossa Russa.
Il giorno della memoria di S. Antonio di Sija viene festeggiato il 7 Dicembre.