Il Monastero di Sija è stato fondato nel 1520 da Sant'Antonio
con i suoi sei discepoli monaci anche loro:
Aleksàndr, Ioakìm, Issàia, Elisèj, Aleksàndr, Iòna.
Il Monastero è stato sempre famoso di per sè,
ma è famoso anche per un prigioniere illustre:
dal 1601 al 1606 ci è stato in esilio per mano di Borìs Godunòv
il boiardo Fiòdor Romànov -
il futuro Patriarca della Russia Filarèt e
padre del primo zar Mihaìl della dinastia Romànov.
Di solito in tutti i tempi nel Monastero
il numero dei monaci si aggirava attorno ai 20,
70 c'erano con Sant'Antonio di Sija,
solo sotto il governo del Monastero dal priore Feodòsij
v'erano 200 monaci.
Nel 1917, all'epoca della Rivoluzione d'Ottobre, i monaci,
per poter rimanere nel Monastero, fanno finta di fondare una cooperativa,
ma nel 1920 sul territorio del Monastero
viene fatta una colonia per i bambini orfani
(rimasti senza genitori grazie appunto alla Rivoluzione d'Ottobre),
la "cooperativa" dei monaci si è vista allora
condividere il territorio con questa comunità di bambini,
ma nel 1923 il Monastero viene chiuso definitamente
ed i monaci sono stati fucilati.
Da allora fino al 1992 sul territorio del Monastero ci sono state
varie organizzazioni: un colcoz,
poi la Casa per ferie dei dipendenti del Ministero dell'Ammasso dei Legnami,
poi l'Orfanotrofio per i bambini invalidi, poi una Casa di riposo...
Dal 1970 al 1992 c'è stato un campo estivo per bambini,
in contemporanea con le dacie per i funzionari del Partito Comunista.
Tutto questo tempo nessuno faceva restauri
e gli edifici man mano andavano in rovina
(ancora nel 1930 i bolscevichi hanno fatto saltare con la dimamite il campanile).
La storia tragica del Monastero si è conclusa con l'incendio del 1992
che ha distrutto la copertura di tutti gli edifici.
In questo stato, nel agosto del 1992,
il Monastero è stato riconsegnato alla Chiesa Ortodossa Russa.
Da allora i monaci si stanno occupando dell'enorme lavoro
del restauro del Monastero e della rinascita della vita spirituale.
Dal 1992 fino a poco tempo fa
il priore del Monastero faceva l'Arcimandrita Trìfon (Plòtnikov),
e grazie al suo talento organizzativo e forza d'animo,
con l'aiuto di Dio,
il Monastero di Sant'Antonio di Sija
ha potuto risplendere nella sua piena bellezza da favola
e soprattutto nella vita spirituale della fratellanza.
Il lavoro duro e la preghiera, in Ortodossia,
erano da sempre considerati due ali della vita monacale.