Caro padre,non ho specificato il patriarcato perché penso che la chiesa ortodossa sia, pur nelle sue realtà diverse,una sola chiesa. Grazie per la sua risposta. Nel Signore buone feste..
26 декабря 2014
Benedite padre,cosa pensa della nostra chiesa ortodossa che festeggia il Natale in date diverse(il 25 e il 7)?Mi dispiace vedere la mia comunità divisa..Grazie buone feste,confido nelle vostre preghiere.
26.12.14
Caro in Cristo fratello Gregorio,
non abbiamo capito di quale Chiesa avrà parlato: quella Russa ha un solo calendario, quello Giuliano.
Sono divise altre Chiese Ortodosse, purtroppo: quelle di Grecia, di Romania, di Costantinopoli, di Alessandria, di Antiochia, di Cipro, di Bulgaria, di Cecoslovacchia, di Polonia, di America, di Finlandia - loro hanno abbandonato lo Stile Giuliano sotto la pressione politica negli anni venti (Bulgaria, negli anni 60). Come risultato è successo lo scisma, in queste chiese, ed in alcune di loro ci sono le parrocchie ortodosse che vivono secondo il calendario Giuliano, ed alcune - secondo quello Gregoriano.
Certamente, è un male, perché nella fede non c'è posto per compromessi, e chi li fa, non riesce a fermarsi.
Perciò lo Stile Gregoriano viene visto male, come una debolezza, uno scostamento, un tradimento della Fede Ortodossa. Oggigiorno preferiamo tacere, su questo argomento, ma i fatti sono questi: il Concilio di Costantinopoli del 1583 (l'anno dopo dell'entrata in vigore del Calendario Gregoriano nella Chiesa Cattolica) HA ANATEMATO quegli ortodossi che vivono la vita ecclesiastica secondo il Calendario Gregoriano.
C'è poco da dire. Non è possibile "tradire un può", come non è possibile essere "fedeli un può".
Certamente, ci dispiace per quelli che hanno abbandonato il Calendario Giuliano, per motivi politici, oppure per sbaglio credendo di poter sopravvivere, ma lasciamoli andare per via che hanno scelto loro, perché la Fede, oltre ad essere una cosa molto intima, deve essere anche libera. Altrimenti il Giorno del Giudizio non avrebbe senso.
Preghiamo Dio di aiutarci a trovare TUTTI la strada giusta che porta a Lui.
Buon proseguimento della Quaresima, caro Gregorio.
m. Antonio.
31.12.2014
· max 18.12.2014 Benedite padre,vorrei saperne di più sulla deificazione per noi cristiani,e perché in occidente non se ne parla?E poi,perché il Santo Spirito in occidente(cattolico)é trascurato?Grazie,la vostra preghiera...
Caro Max,
non abbiamo capito cosa intendeva con la trascuratezza dello Spirito Santo, in che cosa consiste, secondo Lei, nel Cattolicesimo.
La deificazione invece consiste nel diventare simili a Dio, che sappiamo che è Amore, Umiltà e Verità. A questo ci si arriva solo attraverso una lotta contro le proprie passioni (e non contro le passioni delle altre persone) con l'aiuto della vita spirituale giusta, non corrotta, attraverso i Misteri ed i rimedi che offre la Chiesa Ortodossa fondata dal nostro Signore. In seguito a questa lotta con l'auito della Chiesa Ortodossa una persona si tramuta in un'altra persona, con l'altra mentalità, con le altre abitudini, con l'altro stile di vita. La lotta è dura, ma il cambiamento avviene nel modo molto dolce, e molto desiderato, che finisce con l'amare più la vita spirituale in Dio che questo mondo materiale. Ci si diventa, appunto, un'altra persona.
Dio La benedica!
m. Antonio. 21.12.2014
· Buongiorno nel Signore, caro Padre! Seguo con piacere le risposte che hai dato questi mesi, sono per me una fonte di riflessione e di spiritualità. Ma chiamo Paolo e sono sposato con Alda da 26 anni e abbiamo tre figli Gabriele 24 anni, Sebastiano 21, Linda 17. Sono un cattolico praticante, convertito da una decina di anni: ho "scoperto" la Fede con un movimento cattolico chiamato Rinnovamento nello Spirito Santo. Negli incontri settimanali di preghiera si prega con intensità e mi sento molto vicino alla Chiesa di Cristo. Nel tempo, questo pregare e frequentare la S. Messa nella chiesa parrocchiale, mi ha messo una certa inquietudine. Mi spiego: avvicinandomi spesso alla confessione, provo una vera contrizione per i miei peccati del passato e ... del presente. Ho provato a parlare al nostro parroco di questi miei pensieri, ma mi ha liquidato con un "Non pensarci più...". Speravo in un aiuto per la mia vita spirituale e magari che mi guidasse, ma ho capito che forse non è la persona giusta. È da molto tempo che chiedo a Dio, nelle mie preghiere, che mi faccia trovare un direttore spirituale, ma fino ad oggi, niente. Pazienza, mi dico! Tuttavia, qualcosa è successo, ho fatto una nuova "scoperta": la Preghiera di Gesù! Questo pregare semplice e ripetitivo, anche se a volte faticoso e pieno di distrazioni, mi ha messo nel cuore un po' di pace. Ho cominciato, per curiosità a leggere testi relativi alla preghiera di Gesù e mi si è aperto un "nuovo mondo" quello della Chiesa Ortodossa! Che gioia leggere la vita dei Santi Serafino di Sarov o di Silvano del Monte Athos! Preghi per me, caro Padre Antonio, affinché il nostro Padre Celeste abbia pietà di me e mi indichi la strada da percorrere per aumentare la mia misera Fede.
Con affetto, vostro fratello in Cristo, Paolo
18.12.2014 Paolo
·
Caro fratello in Cristo Paolo,
ha fatto bene, dicendo "pazienza", perché ci sono ancora, dei direttori spirituali, ma sono pochi e sono nascosti dal mondo, una delle cause è quella che... non ci sono degli alunni spirituali. Perché siamo incapaci di seguire i consigli degli starez, non abbiamo la santa ubbidienza, e a questo punto, non abbiamo gli starez che ci avrebbero guidati spiritualmente.
Perciò è un bene, per noi, non averli, altrimenti, avremmo risposto per la nostra disobbedienza, capisce?
Io parlo della vita spirituale nell'Ortodossia, ovviamente.
Della preghiera ortodossa, potrà leggere qualcosa sul ns. sito:
Della preghiera di Gesù, forse sarà meglio di non leggere niente, perché ci sono tanti libri scritti dallo stato di corruzione, che non aiutano, ma corrompono la via spirituale. Basta sapere, come fare tutte le preghiere, ed allora la preghiera di Gesù dev'essere fatta similmente al modo di pregare nell'Ortodossia.
Che Dio L'aiuti.
Con l'amore in Cristo,
m. Antonio. 21.12.2014
14-12-2014 Jan
· mi scuso per come ho formulato l'ultima domanda, credo con leggera arroganza e un po' di provocazione, ma sicuramente attraverso la mia stoltezza e ignoranza avrà la possibilità di dare una risposta precisa e ispirata a me e chi leggerà con interesse questo tema di approfondimento. Grazie attendo.
12 .12. 2014 Jan
· Caro m.Antonio grazie. Ho letto attentamente la Sua risposta, in che senso le malattie sono un castigo? In ambito spirituale non sono da considerare un disegno speciale che attira particolari benedizioni? Penso ad esempio alla nascita di un figlio disabile che permetterá ai suoi genitori e a tante altre persone di fare a lui del bene e lui stesso nelle prove edificarsi piú forte, é corretta questa prospettiva nell'ortodossia?
sito ortodosso risponde:
Caro in Dio fratello Jan, se il Vecchio Testamento sia pieno delle affermazioni che le malattie dei figli siano la conseguenza dei peccati dei loro genitori, il Nuovo Testamento solo aggiunge, allarga e conferma questa conoscenza, ma non l'elimina.
Nel Vangelo di S. Giovanni (9:1-2) è scritto: "E passando vide un uomo ch'era cieco fin dalla nascita. E i Suoi discepoli Lo interrogarono, dicendo: Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?". Cioè la gente del Vecchio Testamento era convinta che le malattie dei bambini vengono esclusivamente grazie ai peccati commessi dai loro genitori, ed i discepoli di Gesù Cristo in questo preciso caso dicono anche una cosa insensata pensando che il cieco poteva nascere disabilitato per il peccato che abbia commesso lui (ma quando, ancora prima della nascita?). Allora, rimane il peccato dei genitori, anche se in questo preciso caso Gesù indica un'altra causa. Poi nell'altra storia con il ragazzo indemoniato (Marco 9:21) Gesù prima di guarirlo, domanda al padre del ragazzo: "Da quando tempo gli avviene questo? Ed egli disse: Dalla sua infanzia". Gesù Cristo come Dio sapeva tutto, ma ha fatto questa domanda al padre per fargli capire, che se il suo figlio si era indemoniato nell'infanzia, vuol dire, sarà stato per i peccati dei genitori, e non per i peccati di uno che non sapeva ancora peccare.
Perciò, anche se esistono altri motivi dei malanni e invalidità dei bambini, quelli sono rari ed esclusivi, ma la causa più diffusa è i peccati dei genitori. Come anche la morte dei bambini, non ancora nati, appena nati e cresciuti fino ai 7 anni circa (perchè quell'età viene considerata come l'età quando un bambino comincia a rispondere per i propri peccati consapevolmente).
Tutt'altro discorso sul PERCHE' Dio permette queste cose.
C'è una credenza popolare diffusa anche in Russia che "Dio castiga" con le malattie, ma questo pensiero è errato e troppo primitivo.
Dio non castiga nessuno e non si arrabbia con nessuno, perché il disturbarsi con qualsiasi emozione è la passione, invece Dio è privo di qualsiasi passione e di conseguenza, di qualsiasi peccato. Dio è Amore (1°Giov. 4:16), perciò tutto che Lui ci fa e permette che si faccia ha uno solo scopo: salvarci. Per questo scopo Lui ha fatto il mondo con le leggi spirituali quando peccato viene castigato - è come guidare i gattini ciechi per la via della salvezza. Solo che i gattini non peccano mai, ma gli uomini lo fanno di continuo per la libertà che distingue loro da tutto il mondo animale. Tale libertà viene rispettata da Dio Stesso che non può salvare nessuna persona senza che tale persona non si sforzi in questo senso.
Perciò il nascere dei bambini malati è la conseguenza dei peccati fatti dai genitori, ma è mirato alla salvezza sia dei bambini sia i loro genitori. Dipenderà poi da loro se ne faranno un tesoro oppure si sbarazzeranno dei problemi di avere figli (per i genitori) o genitori (per i loro figli) malati. Si sa che molte persone atei dopo la nascita di un figlio molto malato, avevano trovato una strada verso Dio, che, nel caso di una vita tranquilla, non ci sarebbero mai arrivati.
Perciò una malattia o l'invalidità di un neonato, e persino la morte, è sempre una conseguenza dei peccati dei genitori (non parliamo dei casi rarissimi di eccezioni), ma è una cosa che mira sempre a mettere sulla strada della salvezza tutti e tre. E questa strada la si percorre diventando pazienti e soprattutto umili, per il senso della propria colpa in quant'è successo - questa sarebbe la "corretta prospettiva nell'ortodossia".
Invece pensare che siamo stati scelti, abbiamo avuto un "disegno spirituale che attira particolari benedizioni" è, suppongo, un punto di vista sul problema puramente cattolico, che porta a diventare orgogliosi spiritualmente e mettere in mostra la vita apparentemente consacrata al Dio attraverso un bambino malato (ne è un esempio lampante l'attività di madre Teresa di Calcutta), ma in realtà è la strada dei farisei che, come sappiamo dal Nuovo Testamento, mettevano in mostra le loro fatiche e erano orgogliosi per quello che facevano, erroneamente pensando di essere graditi a Dio.
Il punto di vista ortodosso sul problema dei figli malati tronca da subito questo pensiero corrotto della propria superiorità spirituale e elevatezza della vita, e non porta, ma trascina dell'umiltà, e soprattutto nel volere cambiare sè stessi per poter aiutare anche ai figli di salvarsi.
Dio La benedica, caro Jan. m. Antonio.
211214
fratello monaco P. Antonio,
é un piacere riscriverle...
In Matteo leggiamo "Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando: "Figlio di Davide, abbi pietà di noi". Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: "Credete voi che io possa fare questo?". Gli risposero: "Sì, o Signore!". Allora toccò loro gli occhi e disse: "Sia fatto a voi secondo la vostra fede". E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: "Badate che nessuno lo sappia!". Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione."
La mia domanda é:
Si legge nel S.Vangelo che Gesù ordina spesso di non dire niente a nessuno, perché lo ordina?
In questo passo di Matteo, si legge che i due ciechi guariti non ubbidiscono a Gesù e appena usciti lo gridano ai quattro venti...... che tipo di atteggiamento é quello dei due ciechi? Nonostante la disobbedienza, la loro si può considerare lo stesso una testimonianza oppure fu più un pettegolezzo popolare?
Grazie per la risposta, Auguro a tutti un felice Natale e che Dio protegga la Russia.
Caro in Cristo fratello Jan,
come sempre, ogni frase o evento del Nuovo Testamento, ha l'enorme significato e profondita', come anche quello di cui Lei domanda.
Senza dubbio, disubbidendo ad un ordine di Dio, i due ciechi hanno commesso un peccato. Grazie a questo possiamo capire anche le origini del loro male di cui erano guariti - visto che di solito le malattie sono un castigo che comporta ogni peccato, l'atteggiamento dei ciechi disubbidienti ci fa capire come mai erano ciechi: perche' hanno peccato prima (oppure i loro genitori). Il peccato e' la disubbidienza ai comandamenti di Dio, e questi comandamenti, che dobbiamo osservare, li troviamo in tutte le Scritture Sacre.
I ciechi ricevono la guarigione dalla cecita', perche' credono che Gesu' Cristo li puo' guarire, ma sono rimasti peccatori, perche' non hanno imparato dal fatto di essere ciechi (cioe', erano ciechi e lo sono rimasti anche dopo la guarigione fisica) e, appena ricevuto l'ordine del Signore di tacere, hanno divulgato la loro guarigione.
Nell'altro Vangelo, quello di S. Marco, il Signore dopo aver guarito un lebbroso, "avendogli fatte severe ammonizioni" (1:43) l'aveva lasciato andare sempre proibendo parlarne, ed anche in quel caso l'ex lebbroso non ha ubbidito. In quel caso vediamo da subito che il Signore era "arrabbiato" con il peccatore perche' sapeva che quello continuera' a disobbedirGli.
Il Signore guariva i malati nel caso quando veniva supplicato di farlo, e in tal caso lo faceva per pieta', il che dimostra il fatto che in seguito nella maggior parte dei miracoli proibiva divulgare le guarigioni, e lo faceva per non diventare famoso per i miracoli terrene, perche' questi miracoli suscitavano nella gente un'agitazione puramente terrena e consumistica, invece Lui era venuto sulla terra per gli scopi spirituali. Infatti, leggiamo che la gente, grazie proprio a questi miracoli di guarigione, "stavan per venire a rapirlo per farlo re" (Giov. 6:15), e di conseguenza Lui ogni volta era dovuto lasciare la gente: "Gesu' non poteva piu' entrar palesemente in citta', ma se ne stava fuori in luoghi deserti" (Marco 1:45).
Percio', la disubbidienza a Gesu', in questi precisi casi, era non solo il commettere un peccato di disubbidienza a Dio, ma anche impediva a Gesu' Cristo di adempiere il compito per cui Lui era venuto sulla terra!
Pero', nonostante la disobbedienza, la loro si può considerare lo stesso una testimonianza e non un pettegolezzo popolare, perche' secondo le leggi ebree, la testimonianza dei due testimoni veniva considerata valida. Ma questo fatto significa ben poco, perche' a Dio ci si arriva non grazie ai miracoli, ma grazie alla volonta' di ogni singola persona di arrivarci. Anche per questo Gesu' Cristo proibiva divulgare i miracoli fatti da Lui, perche' la fede non deve essere forzata, ma di libera scelta, i miracoli invece la sforzano, in qualche modo. Ma le cose forzate non durano. Solo le scelte libere sono solide.
C'e' pero' un caso, quando il Signore ha ordinato di divulgare il miracolo, e' il caso dell'Indemoniato Gadareno - ricordiamo che la gente di Geraseni era spaventata, da quel miracolo, e ha chiesto a Gesu' di allontanarsi. Allora Gesu' ha detto all'Ex Indemoniato di fare il missionario, e poi leggiamo nel Vangelo di S. Luca: "Al Suo ritorno, Gesu' fu accolto dalla folla, perche' tutti Lo stavano aspettando" (Lc, 8:40).
Cioe' il Signore, nel fare i miracoli, osservava sempre la utilita' spirituale per il popolo, e quando era utile diffondere le voci sui miracoli, Lui li diffondeva, ma quando cio' era dannoso, Lui lo proibiva di fare.
E noi dobbiamo cercare di ubbidire a Dio anche se qualche volta non capiamo le ragioni, tenendo sempre conto della nostra mente limitata, incapace di capire le ragioni di Dio. D'altra parte, visto che siamo dotati di una mente, pur limitata, non possiamo seppellire questo talento, ma dobbiamo usarlo e moltiplicarlo, studiando le Scritture Sacre e vivendo secondo loro. E alla fine saremo premiati=illuminati da Lui, sempre secondo gli sforzi che faremo.
Dio La benedica, caro fratello Jan.
Buon proseguimento della Quaresima Natalizia!
m. Antonio.
11.12.2014
251114
Tanto per cominciare mi chiamo Alessandro se proprio ci tenete a saperlo. Sono il presbitero cattolico romano. Ho ispezionato il vostro sito fintantoché il mio intervento non è stato pubblicato. Parlo al plurale perché immagino che, oltre al reverendo padre Antonio, ci sia qualcun altro/a che si occupi di tradurre, più o meno correttamente. Ad ogni modo voi ortodossi dovreste essere soltanto fieri del santo martire Giosafat Kuncewycz. Era figlio del vostro popolo e ha versato il Suo sangue per l’unità della Chiesa. Non metto in dubbio che quello che avete scritto sia vero. Ma vorrei farvi una domanda: Voi credete a tutto quello che leggete? Io non penso che Voi siate dei creduloni. Tutti sanno che Lew Sapieha (maldestramente tradotto con Lev Sapega) cercò di dissuadere san Giosafat dal proposito di conseguire l’unione della Chiesa con la violenza. Però, cari i miei ortodossi, perché non avete scritto anche che Lew Sapieha, temendo per la sua carriera politica, diede credito alle false voci secondo le quali san Giosafat avrebbe potuto minare l’ordine pubblico? Ad ogni buon conto, né io né voi siamo in grado di giudicare come si sono svolti i fatti specialmente perché all’epoca non eravamo ancora nati! San Giosafat è la gemma orientale incastonata nel diadema di Roma. Non uccise nessuno, come a voi hanno fatto credere. Si è battuto per il vostro stesso culto. Non vado oltre per non eccedere. Se non volete essere fraterni, siate quanto meno più tolleranti. Non abbiate paura! Nessuno vuole convertirvi oppure obbligarvi a rinunciare alle vostre corrette opinioni. Vi ammiro molto per la vostra coerenza, un po’ di meno per la cocciutaggine. Ciao
sito ortodosso risponde: Giove, ti arrabbi? Vuol dire, non hai ragione.
261114
Presbitero cattolico romano 23 ноября 2014
Indirizzata al sacerdote cattolico: mio carissimo fratello, non vuoi più celebrare i santi Sacramenti secondo il rito di Santa Romana Chiesa? A che pro san Giosafat Kuncevyc avrebbe sparso il Suo sangue? A che pro i Suoi uccisori, ad eccezioni di uno, tornarono in grembo alla santa Chiesa cattolica per poi farsi uccidere anche loro? Padre Antonio ha fatto bene a non incoraggiarTi. L’ortodossia è meravigliosa ma non si può sceglierla solo per migliorare la propria vocazione. Il Signore Ti ha santificato facendoTi la grazia di diventare un presbitero nella Sua Chiesa. Non permettere che una legittima infatuazione metta a soqquadro il dono che hai ricevuto. Nessuno ti impedirà di gustare la bellezza e il calore dell’ortodossia. Sappi però che perderai il Tuo equilibrio se non rimarrai all’ombra di Pietro. Non temere, il Signore saprà aiutarTi! Coraggio, sono con Te!!!
Abbiamo ricevuto quest'incoraggiamento rivolto al nostro corrispondente di prima che ha scelto di non rivelare il proprio nome (giustamente) e lo facciamo apparire su questa pagina, come l'ha voluto l'autore, anche lui senza nome. A parte di questi incoraggiamenti - scoraggiamenti che non hanno nessun senso e indicano una cosa sola - chi li fa non capisce che solo Dio guida le persone, e solo nel caso se queste cercano la Verita' - noi vorremmo fare una breve informazione storica su chi era il vescovo uniato Giosafat Kuncewycz.
Nato nel 1580, fatto i voti monacali nel 1604, fatto sacerdote nel 1609. Nonostante nato in una famiglia ortodossa, grazie al proselitismo cattolico ha cambiato la fede diventando un uniate (greco-cattolico) e si dava da fare per convertire gli ortodossi. Per questo e' stato notato dal metropolita uniate Iosif (Rutskoj) che l'aveva portato con se' a Kiev per fare il proselitismo. Sappiamo di un episodio di allora, quando lui ha predicato l'Unione nel Monastero Kievo-Pecerskij, la culla dell'Ortodossia, ed i monaci indignati l'avevano trascinato dall'ambone e l'hanno picchiato duramente. Nel 1617 lo stesso metropolita uniate Iosif gli ha consegnato il Decreto che gli dava il diritto ereditario per la cattedra di Polozk, e dopo la morte del vecchio vescovo di Polozk Gedeone (Brolnizkij) Giosafat era diventato il vescovo. Lui instaurava l'odiata come eresia Unione dapprima con le prediche, ma poi ha passato alla forza, persino uccidendo gli ortodossi che non volevano rinnegare l'Ortodossia. Lui per cinque anni (secondo una denuncia degli ortodossi al Parlamento di Warsavia) strappava le chiese dagli ortodossi e le dava agli uniati, oppure semplicemente le chiudeva a chiavi. Ma non bastava: quando gli ortodossi privati dei loro tempi hanno cominciato a fare le funzioni dentro le case private, gli proibiva di farlo, e quando gli ortodossi andavano nei campi per fare le funzioni, gli attaccava e disperdeva, facendo prigionieri i sacerdoti ed i diaconi ortodossi, li tormentava e li uccideva.
Persino un fervido cattolico, il cancelliere del Regno di Lituania Lev Sapega gli scriveva le lettere per calmare la ferocia di questo "pastore" delle anime umane. Ecco una citazione dalla lettera del 12 marzo 1622: "Mi mostri, chi avrebbe acquistato, con i Suoi severita', provvedimenti gravi, chiusure delle chiese? Al posto dell'acquisto, si verifichera' che avra' perso anche quelli che a Polozk L'ascoltavano. Lei ha fatto i caproni dalle pecore, ha messo lo Stato in pericolo, e, forse, ha prestabilito la fine di tutti noi, cattolici. Ecco sono i frutti della Sua unione!.. Il Re Le ordina di aprire la chiesa ortodossa a Moghilev di che Le sto scrivendo dietro il Suo ordine, e se non lo fara', allora io stesso Le ordino di aprirla... Persino i giudei ed i tartari non sono limitati, nelle terre del Regno, nell'avere le loro sinagoghe e moschee - e con questo, Lei chiude le chiese ortodosse!"
In risposta a questa lettera Giosafat Kuncewycz ha ordinato a scavare le tombe degli ortodossi e buttare via dalle barre i loro resti per i cani randagi - cosi' accecante era l'odio di Giosafat Kuncewycz verso l'Ortodossia... (e chi odia la Chiesa di Cristo? chi era il primo, ad odiare Dio?). Allora, il suo comportamento non era cambiato e lui continuava a chiudere le chiese ortodosse in tutte le citta' del suo vescovato, a torturare ed uccidere i sacerdoti ed i fedeli ortodossi e a vietare di fare le funzioni persino fuori citta' dove i fedeli facevano le capanne di rami per poter celebrare la Liturgia; e la gente di Giosafat Kuncewycz aggrediva queste improvvisate funzioni, s'irrompeva nelle capanne picchiando la gente e i sacerdoti...
La fine era scontata, ed ecco il 12 novembre 1623 mentre il sacerdote della citta' di Vitebsk Ilia andava fuori la citta' per celebrare una di queste liturgie ortodosse - lui era aggredito dalla gente del vescono con il suo diacono in testa, duramente picchiato, imprigionato e portato nella casa di Giosafat Kuncewycz. La gente appena l'aveva saputo, ha suonato alle campane per raccogliere tutti gli ortodossi della citta' e poi tutti insieme sono andati a liberare il sacerdote Ilia, e l'assalto alla casa di Giosafat Kuncewycz ha scatenato la rabbia popolare contro la causa di tutte le persecuzioni degli ultimi cinque anni: l'odiato vescovo uniate e' stato ucciso e poi buttato nel Dvina.
Qui abbiamo descritto molto brevemente cio' che era successo, ma quanto basta per capire: un vescovo (e sappiamo che persino un sacerdote non puo' uccidere nemmeno occasionalmente, altrimenti dev'essere spretato) con le mani abbondantemente inzuppate del sangue dei cristiani, non va, non puo', non deve essere dichiarato santo. Invece, la Chiesa Cattolica l'ha fatto e riconfermato.
Percio', incoraggiare uno cattolico a non lasciare la Chiesa Cattolica, si puo', ma... almeno, con qualche altro esempio del "santo". Non immaginiamo come si potrebbe sentire, dentro una Chiesa, che proclama santi i carnefici. Che Dio ci riguardi!
24-11-2014
3 ноября 2014 Reverendi padri. Avrei tante domande da farvi...ne faccio poche spero le più essenziali....sono un sacerdote cattolico(vi dispiace se rimango ancora anonimo?). La scorsa estate ho visitato il monte Athos (e soprattutto ho pregato....). Da tempo volevo,e sto meditando, di cambiare la mia vita radicalmente con oasi Sacra Scrittura e i Santi Padri. meditandoli assiduamente...che fare? Non parlo russo e nemmeno greco,sono stonato....eppure nella vostra liturgia vedo Cristo....vorrei conservare il celibato e farmi apostolo di questa Santa Presenza soprattutto presso i giovani....ma poi....cosa mangerò? Ho paura mi manca il coraggio....anni fa mi laureai in filosofia con una tesi su Padre Florenskji e mi sarebbe piaciuto continuare a studiare...sul monte Athos comprati una copia del nuovo testamento e del salterio in russo....lo guardo e lo contemplo come fosse una icona,perché non conosco la lingua,e mi dico"Signore aiutarmi". Vi chiedo la preghiera per me Un sacerdote latino paura(ortodosso nella mente....spero anche nel cuore)
Caro in Dio fratello,
certamente, possiamo comprendere la Sua esitazione - e' un passo importantissimo che vorrebbe fare. Certamente, sconvolgerebbe tutta la Sua vita. In bene? In male?
Puo' essere in bene nel caso se lo fara' in nome di Gesu' Cristo e per mettersi sulla via giusta della salvezza. Ed in male, se lo fara' nel Suo nome di un sacerdote latino e per raggiungere gli scopi che ha descritto nel messaggio di sopra... fare un apostolo per i giovani... dedicarsi alla filosofia...
Eh, caro fratello! Prima di insegnare, dobbiamo diventare gli uomini che abbiano qualcosa da dare agli altri!.. E da una persona sperduta, che evita sacrifici mentre vuole avere tutto, cosa possiamo dare agli altri?
Noi pregheremo per Lei, certamente, che Dio L'illumini. Per trovare una certezza in quello che sarebbe meglio da fare, possiamo solo consigliare di fare un giro dai sacerdoti ortodossi per parlargli della Sua situazione. Piuttosto andare da quelli italiani, ma anche russi, che ci sono in Italia (basta vedere in internet). Sentire cosa Le diranno, pensare.
Senza far niente, non si ottiene niente, ed e' gia' bene che ha scritto qui. Pregare, ovviamente, che Dio L'aiuti. Digiunare per quello che puo' (i mercoledi'-venerdi'). Forse vale la pena di andare dal Suo vescovo ed ascoltare lui cosa dira' a proposito (digiunando e pregando prima dell'incontro). Ma veda Lei, cosa si puo' permettere...
Se il Suo desiderio sia un desiderio serio e sincero, ci arrivera', con aiuto di Dio, e per una strada che ora nessuno di noi puo' immaginare.
Non vogliamo assolutamente incoraggiarLa, perche' deve essere un passo libero del tutto, ma diremo: per la nostra esperienza, chi lascia tutto per andare dietro Dio, avra' sempre il necessario, per vivere. E' scritto nel Vangelo! (Mat. 19:29).
Ma se vuole fare l'Apostolo, studiare p. Florenskij... allora, e' tutt'altra cosa.
Con l'amore in Cristo e il dolore per Lei,
m. Antonio.
061114
28 октября 2014
· Carissimi,in Italia sono presenti monasteri ortodossi russi presso i quali fare un cammino di preghiera in fraternità con una comunità ivi residente? Vi ringrazio tantissimo per tutto ciò che fate attraverso il Vostro sito in italiano Con affetto e riconoscenza Angelo -
Caro in Cristo fratello Angelo, abbiamo sentito che ci sarebbe un monastero ortodosso in Italia, vicino alla citta' di Pistoia, consacrato nel nome di S. Serafino di Sarov. Provi a guardare anche questa pagina (fa parte del banner "Cristianesimo Ortodosso in internet" che si trova sulla sinistra di tutte le pagine del nostro sito) - http://www.cristianesimo-ortodosso.com/orthodoxy/countries/italy/itmonasteries/ Pero' non sappiamo che Monastero fosse, come vive spiritualmente. Dio La benedica nelle sue ricerche! Con l'amore in Cristo, m. Antonio.
Caro m.Antonio, grazie per la preziosa ed esauriente risposta! Che Dio la benedica!
Reverendi Padri e Fratelli in Cristo, non sono al corrente della situazione presente nella società Russa, ma posso dirvi che in Italia lo spirito religioso é molto "annacquato": pur essendo uno stato tradizionalmente Cristiano, sembra che Dio sia all'ultimo posto nella vita del popolo, e ammetto che anche io spesso trascuro la mia vita di fede. La mia domanda è questa: quanto ha inciso il secolarismo alla crisi dell'Europa di oggi? Vediamo che la famiglia non è più un punto di riferimento come nel passato, i giovani cercano nel sesso, nella droga e nei piaceri quello che solo Dio può dare. Come possiamo tornare a Dio veramente? Grazie per quello che fate attraverso questo sito. Pregate per me. Dio vi benedica. Vostro fratello in Cristo, Giuseppe.
08102014
sito ortodosso risponde: Caro in Dio fratello Giuseppe, Dio benedica anche Lei. Le Sue preoccupazioni sono fondate, anche se non condividiamo le Sue parole a proposito dei giovani in quanto le nostre chiese sono piene anche dei giovani. E poi c'e' anche un'altra ragione, per non condividere il Suo parere a proposito dei giovani: questo pensiero avra' piu' di mille anni, visto che non e' nuovo, nella mente anziana )) Riguardo al secolarismo, e' una cosa evidente e risaputa: piu' lontani siamo da Dio, e piu' peccati commettiamo, e questo senz'altro influisce sulla nostra vita sia sul livello personale sia su quello mondiale. Come possiamo tornare a Dio veramente? La domanda e' sbagliata. Dovrebbe essere: Come posso tornare a Dio veramente? - perche' finche' noi stessi non lo faremo, e' inutile domandare dagli altri la cosa che non possiamo fare noi. Si riguardi, caro Giuseppe: e' piu' facile domandare dagli altri che da se' stesso, e Lei ci e' cascato. I Padri Santi dicevano: "Chi guarda se' stesso, non ha tempo per guardare cosa fanno altri". E poi, i giovani, sono i frutti della nostra vita. Se sono marci, ne abbiamo la colpa. Con le parole, non si puo' fare niente: i giovani copiano lo stile della nostra vita, non le parole. C'e' anche un proverbio italiano: "Le parole muovono, gli esempi trascinano". E allora, dove stiamo trascinando noi i nostri giovani? Con l'amore in Cristo, m. Antonio.
Cari fratelli in Cristo Gesù, Potreste spiegarmi cosa intende dirci S.Paolo con queste parole: "Fratelli, riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia. Penso dunque che sia bene per l’uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com’è. Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele. Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!" Grazie di cuore! Cari saluti! Dino
01.10.2014
Caro fratello in Cristo Dino, Lei ha mostrato l'esempio di pazienza aspettando la nostra risposta: la nostra traduttrice è stata in vacanza per quasi un mese. Ed ora possiamo rispondere alla Sua domanda, ricorrendo alle spiegazioni del beato arcivescovo Teofilact al Bulgariei, che grazie al Cielo, le aveva scritte alla fine del XI° secolo.
"Fratelli, riguardo alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia".
S. Ap. Paolo dice che il Signore non ha stabilito nessuna legge riguardo alla verginita', ma ha detto soltanto: "Chi e' in grado di farlo, lo faccia" (Matteo 19:12). Percio' neanche Ap. Paolo puo' stabilire qualcosa a proposito: la verginita' è un compito importante, ma è altrettanto pericoloso. Ma consigliare, lui puo' come uno che e' vicino a Dio.
"Penso dunque che sia bene per l’uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com’è."
S. Ap. Paolo dice che secondo lui e' meglio, per ogni persona, rimanere libero dal matrimonio per via delle difficolta' ed inconvenienze legate ad esso, ma non perche' il matrimonio sia una cosa impura.
"Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non andare a cercarla. Però se ti sposi non fai peccato..."
Con le parole "ti trovi legato?" indica che il matrimonio essendo un legame porta i fastidi. "Scioglimento" non vuol dire l'astensione per l'accordo reciproco, ma il divorzio, perche' nel caso di astensione la famiglia non si scioglie. Dopo aver detto: "non andare a cercarla", per non far credere che proclama unicamente la verginita', subito aggiunge: "Però se ti sposi non fai peccato". Ma vedi come fa - impercettibilmente incoraggia per la verginita', dicendo del matrimonio che esso sia un legame, mentre dice della verginita' che sia lo scioglimento e la liberta'.
"...e se la giovane prende marito, non fa peccato."
Intende per la giovane non quella che fosse destinata a Dio (per via del voto dato di avere Uno solo Sposo, Gesu' Cristo), ma una giovane non ancora sposata. Percio' se una tale giovane si sposera' non fara' peccato, perche' un matrimonio non comprende niente di impuro.
"Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele."
Le tribolazioni sono le preoccupazioni e tristezze che accompagnano sempre un matrimonio, e S. Paolo si dispiace per quelli che le hanno.
"Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve;"
Per impedire agli ascoltatori di aggiungere "anche i piaceri", ferma subito qualsiasi speranza ad avere piaceri dicendo che i tempi sono brevi. Perche' tutto s'avvia alla rovina, alla sua fine, perche' si e' avvicinato il Regno di Cristo e tra breve tutti noi ci presenteremo davanti. E allora, se ci sia qualche piacere, nella vita matrimoniale, e' sempre fragile e breve.
"...d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente."
Se quelli che hanno moglie devono essere come se non le avessero, allora per quale motivo legarsi con un matrimonio e prendersi un tale fardello? Ma cosa significa: "come se non le avessero"? Significa: anche se le hanno, non si devono legare totalmente ed unicamente con matrimonio e moglie, non gli devono dedicare tutti i pensieri e le forze. Altrettanto non bisogna occuparsene troppo ne' delle situazioni spiacevoli (indicandole con la parola "piangono"), ne' di quelle gioiose (indicandole con la parola "gioiscono"), ne' degli accordi (la parola "comprano"). Cioe' tutti che usano i beni di questo mondo non si devono attaccare ad essi passionalmente, perche' tutto che va oltre al necessario e' l'abuso.
"...passa infatti la figura di questo mondo!"
Cioe' tutto passa e si distrugge. E allora perche' appassionarsi alle cose che passano? Con la parola "figura" S. Ap. Paolo ha sottolineato che le cose di questo mondo appaiono per qualche istante, sono leggere e non hanno niente di fermo e di sostanziale.
Alle spiegazioni del beato Teofilact si potrebbe aggiungere le spiegazioni del professore teologo Alessandr Lopuhin (1852-1904), che aveva aggiunto, che il S. Ap. Paolo sconsigliava di maritarsi ai cristiani di quell'epoca perche' sapeva che tra breve doveva cominciare la persecuzione dei cristiani da parte dello Stato pagano, ed allora in vista di quelli avvenimenti, essere liberi dagli impegni famigliari era molto piu' conveniente che avere un coniuge e figli di cui preoccuparsi.
E poi, riguardo alle ultime parole che esaminiamo, il professore dice, che il S. Ap. Paolo non proibisce di avere piaceri, gioie e legami della vita, ma insegna a non dare troppo peso a queste cose in quanto sono passeggeri, per non dispiacersi quando passeranno, e soprattutto per non avere un attaccamento peccaminoso alle cose terrene.
Dio La benedica, caro fratello Dino!
m. Antonio.
Монако брат Антонио,
спасибо за ваш ответ, ясно и полно.
спасибо за молитвы.
Бог благословит монастырь
fratello monaco Antonio,
potrebbe per favore spiegarmi il significato evangelico della risposta di Gesù in questo episodio?
Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?» Gesù gli rispose: Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. Jan 200814
260814
Caro in Dio fratello Jan,
abbiamo le spiegazioni degli scritti apostolici dei Padri Santi come S. Teofilact al Bulgariei, S. Giovanni Crisostomo ed altri, ma per rispondere alla Sua domanda abbiamo usato una scritta di uno bravo ragazzo Filipp Baidalinov (http://vk.com/topic-21081640_24469450) che nel rispondere alla stessa domanda fattagli da un musulmano, ha fatto un bel riassunto con un esempio suo per spiegare brillantemente il significato di queste parole di Gesu' Cristo.
"Uno dei piu' diffusi argomenti usati dagli islamici per rinnegare la divinita' del nostro Signore Gesu' Cristo sono le Sue parole "Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio". Sotto riportero' una frase di un musulmano con cui ho parlato una volta.
"Dimmi per quale motivo nominare il profeta Isa (pace a lui) Dio se Lui Stesso lo rinnegava? Perche' quando una volta un uomo L'ha chiamato "buono", il profeta Isa (pace a lui) ha risposto: "Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio".
Per iniziare ricordiamo prima di tutto quale scopo principale aveva la venuta della Seconda Ipostasi della Santissima Trinita', del Dio Logos, cioe' di Gesu' Cristo. Lo Stesso Signore dice che Lui era venuto per Fondare la Sua Chiesa (Matteo 16:18), e per servire e dare la Propria vita per espiare molti: "Poiche' anche il Figliuol dell'uomo non e' venuto per esser servito, ma per servire, e per dar la vita Sua come prezzo di riscatto per molti" (Marco 10:45).
Percio' lo scopo della venuta del Signore non era farsi servire e adorare durante la Sua vita terrena. Tutt'altro - la divinita' di Gesu' Cristo doveva rivelarsi al popolo solo dopo l'Ascensione del Signore e la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli nel giorno di Pentecoste (Giov. 14:26; 16:12-13; Atti 1:4-5; 2:1-4). Proprio dopo questi avvenimenti la gente doveva cominciare ad adorare il Figlio di Dio come Dio (Giov. 5:23). Essendo sulla terra "nell'immagine di servo", ma piu' volte parlando della Propria Divinita' (Matteo 25:31-46; Giov. 5:23; Matteo 23:34), Gesu' Cristo per il momento non insegnava alla gente di adorarLo. Questo non viene smentito nemmeno per i casi isolati (Matteo 28:16-17; Giov.9:38; Giov. 20:28), perche' in questi casi tale adorazione veniva accettata dal Signore solamente nelle circostanze strettamente tra gli apostoli, e non nella presenza di tutta la gente.
Parzialmente proprio questa divina umilta' ha fatto da causa perche' Gesu' Cristo circondato dalla folla non aveva accettato quest'epiteto.
Allora sorge la domanda: "Nonostante il fatto che la Divinita' del Signore era al momento, per il Suo popolo, un segreto, Lui era Dio, non e' cosi'? Allora cosa voleva dire il Signore dicendo che "Nessuno è buono, se non uno solo, Dio".
Per rispondere faremo un'analogia storica. Tutti sanno che nell'antichita' i re amavano travestirsi da poveri e andare in giro per la citta' incognito. Ora immaginiamo che in una di tali camminate un re entra in una trattoria qualsiasi dove il portinaio lo saluta con la frase: "Ben venuto, Vostra Maesta'!" Ma il re e' vestito da povero e la sua faccia e' nascosta dal cappuccio! E certamente, il re domandera' il portinaio: "Perche' mi dici "vostra Maesta'"? Non lo si dice a nessuno tranne che al re!"
In questa situazione il re non nega la propria regalita', ma tutt'altro - domanda della causa di tale saluto e in un certo senso insegna al portinaio di non salutare il primo venuto con gli epiteti da re.
Cosi' anche Gesu' Cristo, essendo vero Dio e vero Uomo, non solo domanda della causa di tale saluto, ma anche insegna al giovane di non usare epiteti divini per salutare un Insegnante terreno, come Lo infatti considerava il giovane.
Cosi' lo spiega anche il beato Jerome Stridonium che nella sua spiegazione al Vangelo di Matteo scrive: "Siccome il giovane ha nominato l'Insegnante buono, ma non Lo ha testimoniato come Dio, ne' come Figlio di Dio, allora gli viene data una lezione che un santo non e' buono in confronto a Dio, di Cui si dice: "Rendete grazie al Signore perche' e' buono" (Salmo 136 (135):1). Ma perche' nessuno pensi che con le parole della bonta' di Dio si esclude la bonta' del Figlio, noi leggiamo nell'altro posto: "Io sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore" (Giov. 10:11), percio' il Signore non rinnega la Propria bonta', ma Lui rinnega il pensiero errato che un Insegnante puo' essere buono senza Dio..."
Facendo un riassunto possiamo dire con certezza che il giovane che aveva fatto la domanda a Gesu' Cristo non sapeva che aveva davanti lo Stesso Dio, e percio' il Signore lo domanda delle cause di quest'epiteto divino "buono" e sottolinea che questa caratteristica appartiene solo al Creatore.
Con questo e' importante ricordare che Gesu' Cristo non rinnega mai la propria bonta', e invece la conferma in piu' occasioni (Giov. 10:11, 14; Matteo 11:28-30).
Divida questa sapienza con i suoi amici musulmani e li esorti di convertirsi per il buono Pastore (Giov. 10:11), di Cui "il giogo e' dolce e il carico e' leggero" (Matteo 11:28-30)!!!"
chiedo per favore il significato della visione di Ezechiele, grazie Ezechiele 3,1 Mi disse: «Figlio dell'uomo, mangia ciò che hai davanti, mangia questo rotolo, poi va' e parla alla casa d'Israele». 2 Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, 3 dicendomi: «Figlio dell'uomo, nutrisci il ventre e riempi le viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai e fu per la mia bocca dolce come il miele. 4 Poi egli mi disse: «Figlio dell'uomo, va', recati dagli Israeliti e riferisci loro le mie parole, 5 poiché io non ti mando a un popolo dal linguaggio astruso e di lingua barbara, ma agli Israeliti: 6 non a grandi popoli dal linguaggio astruso e di lingua barbara, dei quali tu non comprendi le parole: se a loro ti avessi inviato, ti avrebbero ascoltato; 7 ma gli Israeliti non vogliono ascoltar te, perché non vogliono ascoltar me: tutti gli Israeliti sono di dura cervice e di cuore ostinato. 8 Ecco io ti do una faccia tosta quanto la loro e una fronte dura quanto la loro fronte. 9 Come diamante, più dura della selce ho reso la tua fronte. Non li temere, non impaurirti davanti a loro; sono una genìa di ribelli». 10 Mi disse ancora: «Figlio dell'uomo, tutte le parole che ti dico accoglile nel cuore e ascoltale con gli orecchi: 11 poi va', recati dai deportati, dai figli del tuo popolo, e parla loro. Dirai: Così dice il Signore, ascoltino o non ascoltino».
Ecco, ora il nostro caro fratello Gianfranco si e' fatto capire, e noi possiamo rispondere, usando l'interpretazione della pagina: http://otveti.org/tolkovanie-biblii/iezekiil/03/
Ezechiele 3,1 Mi disse: «Figlio dell'uomo, mangia ciò che hai davanti, mangia questo rotolo, poi va' e parla alla casa d'Israele». 2 Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, 3 dicendomi: «Figlio dell'uomo, nutrisci il ventre e riempi le viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai e fu per la mia bocca dolce come il miele.
L'interpretazione:
Che non trattenga il Profeta la rivelazione ricevuta dall'Alto "nella sua bocca"! Ancora ed ancora l'esorta Dio di "mangiarla", di "nutrirsi il ventre e di riempire le viscere con questo rotolo" - solo dopo averlo fatto il Profeta sara' in grado di andare a parlare alla casa di Israele. Dopo averlo mangiato, Ezechiele ha provato la dolcezza, nonostante all'amarezza del contenuto del rotolo, perche'? La risposta, certamente, e' che per un credente ogni parola che proviene da Dio fa sempre "la gioia del cuore " (Er. 15:16; Salmo 118:103; Apoc. 10:9-11), ed anche perche' e' dolce, essere lo strumento di Dio, fare "la bocca di Dio". Oltre a questo, la parola di Dio, nonostante sia di rimprovero, amara, promettente un castigo, abbia sempre la parte confortevole e non priva mai della speranza.
4 Poi egli mi disse: «Figlio dell'uomo, va', recati dagli Israeliti e riferisci loro le mie parole, 5 poiché io non ti mando a un popolo dal linguaggio astruso e di lingua barbara, ma agli Israeliti: 6 non a grandi popoli dal linguaggio astruso e di lingua barbara, dei quali tu non comprendi le parole: se a loro ti avessi inviato, ti avrebbero ascoltato; 7 ma gli Israeliti non vogliono ascoltar te, perché non vogliono ascoltar me: tutti gli Israeliti sono di dura cervice e di cuore ostinato.
L'interpretazione:
Il Signore incoraggia il Profeta - lo manda non dai popoli sconosciuti la lingua dei quali il Profeta non capisce (v. la determinazione della lingua assira di Isaia 33:19) e che gli sono estranei spiritualmente, ma dal suo popolo... anche se il Signore dice con amarezza che quei popoli avrebbero ascoltato il profeta, invece gli israeliti non lo faranno. Cosi' fin dal principio il Signore avverte Ezechiele che non deve aspettare gli effetti immediati dalla propria attivita' di profeta (v. Isaia 6:8-13; Er. 1:11-19), perche' la casa di Israele non vorra' ascoltare Ezechiele proprio perche' non vuole ascoltare Dio. Quelli che rinnegano Dio rinnegheranno ogni profeta inviatogli da Dio. Certamente Dio non lo diceva di tutti, perche' ci sono stati sempre quelli che ascoltavano Dio. Qui si tratta dello spirito di disobbedienza che da molto tempo corrompeva tutti i ceti della societa' israeliana - n'erano contaminati sia la casa del re che i leviti, sia i giudici che gente semplice in ogni citta' ed ogni villaggio...
8 Ecco io ti do una faccia tosta quanto la loro e una fronte dura quanto la loro fronte. 9 Come diamante, più dura della selce ho reso la tua fronte. Non li temere, non impaurirti davanti a loro; sono una genìa di ribelli».
L'interpretazione:
Il Signore "armeggia" Ezechiele per un lavoro duro: gli da' la resistenza e la testardaggine (nel senso buono delle parole), cioe' la determinazione spirituale e il coraggio che aiuteranno il Profeta a resistere alla testardaggine malvagia, non si impaurira', non si arrendera'...
10 Mi disse ancora: «Figlio dell'uomo, tutte le parole che ti dico accoglile nel cuore e ascoltale con gli orecchi: 11 poi va', recati dai deportati, dai figli del tuo popolo, e parla loro. Dirai: Così dice il Signore, ascoltino o non ascoltino».
L'interpretazione:
Per poter essere un vero portatore della volonta' di Dio, Ezechiele ha dovuto ascoltare attentamente e accettare col cuore le rivelazioni Divine - Dio l'aveva fatto "il guardiano" a tutto l'Israele. Ancora ed ancora sente Ezechiele che, sempre con il riferimento alla volonta' di Dio, lui dovra' portare le Sue parole ai figli del suo popolo indipendentemente dal fatto se loro lo vorranno ascoltare o no (v. 2:5).
Caro arrabbiato fratello Gianfranco, non abbiamo risposto alla Sua domanda perche' sia la prima che la seconda volta si e' espresso male, e la traduttrice non ha potuto capire a cosa si riferiva. E Lei non ci ha pensato di scriverci via mail. Cosi' siamo sempre li'. Guardi per esempio la domanda di Jan che e' chiara e netta, a cui abbiamo avuto la possibilita' di rispondere. 150814
Molto commovente e bella la vita di sant'Antonio e del monastero. Il monastero sembra essere simile a quello che si vede nel film L'Isola. La profondità della spiritualità ortodossa che sa trarre il meglio della spiritualità dei monaci antichi è tale che ci porta dolcemente all'amore all'affetto verso Gesù. Scusate se scrivo in italiano. A me piacerebbe scrivere in russo, anche perchè è la scrittura data dai due grandi santi che ammiro Cirillo e Metodio dei quali vedo l'altezza del pensiero e della loro opera. Grazie.
Caro in Dio fratello Michele, La ringraziamo per le parole gentili e affettuose che ci ha scritto. Che Dio sia con Lei. 150814
una settimana fa ho fatto una domanda su Ezechiele e il suo incontro e la frase ascoltino o non ascoltino domandavo il significato essendo nella Bibbia uno scritto strano vi ringrazio
una settimana fa ho fatto una domanda su Ezechiele e il suo incontro e la frase ascoltino o non ascoltino domandavo il significato essendo nella Bibbia uno scritto strano vi ringrazio
Si è giusto ma credo che anche l'operaio se ha un "Albero" con i frutti e vede un bisognoso e giusto che lo faccia mangiare anche a lui dei frutti del suo giardino
ho trovato 20 anni fa "liturgia del grande angelico "schima" nel monastero di Megara. L'ho stampato a mio ineteresse ( riportando in calce estratto della 7° cronaca) ma non ho più trovato oggi il sito interessato. non mi ricordo come l'abbia trovato . In fondo al testo che ho stampato ho rportato lo schima riprodotto con tutta la traduzione in itliano dei termini riprodotti solo con le iniziali originarie in lingua originaria nello schima ma intera fuori schima. ma mi servirebbe riprendere il tutto grazie
Per questo vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà rimessa agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà rimessa. Se uno dice una parola contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato. Ma se la dice contro lo Spirito Santo, non vi sarà perdono per lui né in questo secolo né in quello futuro (Mc 12,31-32).
Caro batiuska,
cosa intende Gesù per peccato contro lo Spirito Santo?
18 Июль 2014
sito ortodosso risponde: 240714 Caro in Dio fratello Jan, Padri Santi hanno parlato in molti su questo tema, come i S. Giovanni Crisostomo (344-407), Teofilact al Bulgariei (1107 c.ca), S. Isidoro Pelusiota (436 c.ca), S. Anastasio il Grande (293-373), S. Basilio il Grande (330-379), S. Simeone il Nuovo Teologo (949-1022), ed ancora tanti altri, russi e non, fino ai nostri tempi. In sostanza il peccato contro lo Spirito Santo consiste nel fatto di rinnegare le cose evidenti e risapute. Per esempio, tutti sanno dell'esistenza di Dio, anche gli atei, ma molte persone la rinnegano, perche' non vogliono cambiare la propria vita peccaminosa, non vogliono sforzarsi per condurre una vita pulita, andare in chiesa, digiunare con essa e fare tutto che serve per la salvezza del proprio animo. Molte di queste persone dicono: "Basta avere il Dio nel cuore, e non c'e' bisogno di andare in chiesa" - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo. Un'altro esempio. Tutti sanno che esiste la vita dopo la morte, ma molti dicono: "Nessuno e' tornato dall'aldila', non esiste la vita futura" - e lo dicono perche' non vogliono leggere ne' sapere alcuna cosa a proposito, non si informano apposta per non trovare le prove contro quello che dichiarano - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo. Un'altro esempio. Molti sentono dei miracoli che fanno i santi per Mano di Dio, ma rinnegano la loro esistenza andando contro le cose evidenti - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo. Alcuni, in questi casi, ammettono i miracoli, ma dicono che son stati fatti dal diavolo - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo; cosi' anche i farisei dicevano di Gesu' Cristo che Lui faceva i miracoli per forza del diavolo. Un'altro esempio. Molti sanno che Dio e' l'Amore e la Misericordia, ma si disperano pensando che non possono essere perdonati nemmeno dopo la Confessione - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo. Un'altro esempio. Molti invece peccano senza timore dicendo che il Buon Dio ha gia' perdonato tutti i peccati e cosi' perdonera' anche loro, per via della Sua infinita bonta' - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo (cosi' peccano tutti i protestanti, per esempio). Un'altro esempio. Molti dicono: "Sono ancora giovane, quando saro' vecchio andro' in chiesa e confessero' tutti i peccati" - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo. Intanto chi pensa di poter prendere in giro il Dio Onnipotente ed Ognisappiente finisce con la demenza mentale che non permette ormai ad adempiere i piani folli, oppure, che succede piu' spesso, si indurisce nella vita da un ateo e nella vecchiaia non vuole o non puo' piu' andare in chiesa. Un'altro esempio. Appartenere ad una chiesa eretica (cioe' qualsiasi che non sia ortodossa), credere nei dogmi eretici ed, inevitabilmente, condurre una vita spirituale che porta lontano dalla salvezza - questo e' il peccato contro lo Spirito Santo. Possiamo fare anche altri esempi, ma penso possiamo fare un riassunto di cosa sia il peccato contro lo Spirito Santo.
Il peccato contro lo Spirito Santo e' credere e comportarsi in modo diverso da quello che ci e' stato rivelato da Dio nel Nuovo Testamento attraverso gli apostoli e successivamente - attraverso le persone sante della Chiesa Apostolica Ortodossa.
Perche' il minimo cambiamento di quello che aveva stabilito Gesu' Cristo piu' di duemila anni fa porta, per la vita spirituale e di conseguenza per la salvezza umana, ai piu' disastrosi scostamenti dalla via retta indicataci da Dio Stesso. Soprattutto le eresie fanno parte di quest'elenco dei peccati contro lo Spirito Santo, perche' non permettono, alle persone, di confessare i loro peccati in quanto le rende cieche.
I peccati contro lo Spirito Santo possono essere perdonati dopo la Confessione, ma Gesu' Cristo ha detto che non verranno perdonati perche' di solito un eretico, od un ateo, o qualsiasi altra persona che pecca contro lo Spirito Santo, rinnega le cose evidenti, il che vuol dire, in primo luogo, non vuole vedere ne' sapere la verita', ed in secondo luogo, non vuole cambiare la propria vita, e sappiamo sempre dai Vangeli la causa: "E il giudizio e' questo: che la luce e' venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre piu' che la luce, perche' le loro opere erano malvagie. Poiche' chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinche' le opere sue siano manifestate, perche' son fatte in Dio" (Giov. 3:19-21).
E chi non va in Chiesa Ortodossa, chi non conduce la vita da un cristiano vero, ortodosso, chi non fa digiuni con la Chiesa, chi non confessa, non fa la Comunione, chi non s'interessa della Verita' per salvarsi l'animo - chi non vuole sforzarsi per queste cose, pecca inevitabilmente contro lo Spirito Santo, "rigettandoGli in faccia" tutto quello che abbia fatto lo Spirito Santo per salvare le anime umane.
Queste cose, non lo capiranno mai le persone che non vogliono credere in Dio, non vogliono andare in chiesa, non vogliono dedicare la propria vita alla salvezza dell'animo, e con tutto questo si credono le persone per bene che "non hanno ucciso nessuno e non hanno rubato a nessuno". E dell'esistenza delle "persone buone" che non conducono la vita spirituale, puo' leggere, caro fratello Jan, nella nostra risposta precedente. Che Dio ci illumini tutti! m. Antonio.
http://www.verbumweb.net/it/bibbia/Ezechiele.pdf ripete le parole ascoltino o non ascoltino come applicare oggi sia la visione che il messaggio all'oggi riguardava solo quel periodo o anche oggi o oltre
Piero domanda:
10 июля 2014 Пьеро
Reverendi padri,
cosa pensare delle persone nate in Paesi non cristiani o in culture claniche isolate che non ricevono il Vangelo o pur essendo state persone buone nella vita, che sarà delle loro anime dopo la morte? I bambini nel mondo che non sono stati battezzati e muoiono di fame o di malattia perché nati in Paesi meno fortunati, loro avranno aperto il Cielo e Dio riserverà loro la felicità nell'altra vita é cosÌ?
Permettetemi ancora un'altra domanda:
La reincarnazione in certi casi è dal punto di vista cristiano possibile oppure é una sola vita per tutti?
Vi ringrazio molto.
Caro fratello in Cristo Piero,
Lei ha fatto le domande che sicuramente se ne fanno, o una volta si sono fatte, tantissime persone, il che vuol dire sia una cosa normale. Solo che queste domande sono futili ed anche.. blasfeme. Perche'?
Intanto perche' sono le domande di curiosita', e non di sapienza.
Come si distinguono queste due cose nell'Ortodossia? La sapienza e' l'apprendimento delle cose di vitale importanza, e l'Ortodossia intende sotto la sapienza l'apprendimento che aiuta alla salvezza umana. La curiosita' invece indaga delle cose che non riguardano la salvezza umana, ma distrae l'attenzione verso le cose che non c'entrano con la salvezza. E' una trappola del diavolo: cosi' la persona non pensa piu' della propria salvezza, ma della salvezza degli altri (un'altra trappola che assomiglia a questa, e' l'indaffararsi con le "buone azioni", con "l'attivita' sociale" a scapito della propria vita spirituale).
Possiamo ricavare una risposta alle domande che ha fatto Lei dalla vita di S. Antonio il Grande: quando una volta S. Antonio il Grande aveva cominciato a pensare delle sorti delle altre persone, gli e' arrivata una Voce dall'Alto che ha detto: "Antonio! Bada a te' stesso, e le vie di Dio non sono del tuo apprendimento".
Ma gli uomini, grazie al loro stato corrotto dal peccato originale, sono sempre li', a "litigare" con Dio e a contrastarLo con la propria "bontà" che considerano piu' alta e piu' pulita persino di quella di Dio.
Mi dira' di no? E sbagliera'. Perche' dopo aver capito che perisce la maggioranza delle persone, molti esclamano: "Io non voglio un Dio cosi'! Preferisco essere un ateo!" Ed allora, fa anche lui quel numero di maggioranza.
Mi dira' che lo facciano altri, ma non Lei. Eppure la Sua stessa domanda, da com'e' fatta, rileva questo spirito rivoluzionario (rilegga la Sua domanda sui bambini, le parole "e' così?" hanno una sfumatura di litigio, di voler che sia cosi' come lo dice Lei)) - qui e' l'orgoglio che parla, quello che dentro noi tutti, uomini corrotti dal peccato, ma c'e' anche la mente (sarebbe in verita', l'anima) che cerca di salvarsi, di capire le cose per dominare il cuore cattivo - questa infatti e' la via di salvezza per ogni persona. Cioe' con la mente fin dal principio corrotta, cercare di salvare il proprio animo con l'aiuto della stessa mente, costringendosi di fare la vita spirituale e cercare di capire come stiano realmente le cose nel mondo di Dio - e per capirlo, si fanno anche le domande sbagliate, soprattutto all'inizio - e' normale (vorrei mettere questa parola tra le virgolette, visto che si tratta delle cose normali per l'uomo caduto).
I veri cristiani pero', quelli maturi, non fanno queste domande, ma semplicemente prendono tutto che succede come (in verita', lo e') dalla Mano di Dio.
Ed e' per questa ragione, caro Piero, NON ESISTONO LE PERSONE BUONE fuori dalla Chiesa Ortodossa, perche' se persino dentro la Chiesa Ortodossa tutti gli uomini sono cattivi, cioe' peccatori, allora come possono essere "buoni" gli uomini che non vivono la vita spirituale o che la vivono nel modo sbagliato, se appartengono a qualche altra chiesa? Vede che la Sua domanda non ha senso? Lei e' gia' partito subito, nelle Sue domande, dal punto di vista sbagliato.
E sembra che Lei consideri la bonta' umana vedendo le persone superficialmente e prendendo per la bonta' la buona educazione o, ancora peggio, la ipocrisia, che non riesce a decifrare.
Lei non sa, non ha mai letto ne' sentito le frasi: "Pensavo, che lui/lei fosse una persona per bene, ma....", "Ci contavo, su di lui/lei, ma..." - tutti questi ritornelli sono detti delle persone molto per bene, sa? Che lo sono state per molto tempo, sa? Non ha mai subìto Lei stesso i tradimenti, nella Sua vita? Non ha mai tradito Lei qualcuno, e piuttosto inaspettatamente per Lei stesso? No? Dubito. Tutto questo, e' "normale", purtroppo, nella vita degli esseri umani! E proprio questo dobbiamo cambiare, in noi, entro l'ora della morte - la nostra traviata natura umana, nonostante a tutte le apparenze - fino a diventare essere fedeli a Dio ed ai Suoi Comandamenti anche sul punto di morte, anche inconsciamente.
E risponda ancora a questa: come puo' essere buona una persona, che abbia vissuto una vita lunga e non si e' preoccupata di trovare la via per il Paradiso, la fede giusta, oppure semplicemente andare in chiesa del proprio paese? Puo' essere gradita, una tale persona, al Paradiso? Puo' stare con Dio una persona che non ha mai voluto conoscere Dio durante la propria vita terrena? Ma nell'apparenza potra' vivere tranquilla tutta la vita "senza uccidere nessuno, senza far male a nessuno"... e' un'altro discorso, che non e' possibile, farlo ora, ma qui parliamo delle apparenze di una "persona buona", ma che non ha mai voluto stare con Dio quand'era sulla terra. O peggio: L'aveva conosciuto, ma poi L'ha rinnegato. Non Le sembra che sia una cosa assurda? Eppure, lo fa l'ha fatto la maggioranza delle persone della terra, in tutti i secoli.
Spero, avrò chiarito un poco la Sua prima domanda.
Quello che riguarda le persone nate nei paesi non cristiani, o i bambini che muoiono senza aver ricevuto il Battesimo, risponderei in breve: Dio sa chi e dove deve nascere e quando morire, ed in che condizioni. Lui sa tutto di ognuno di noi, le Sue creature, e Lui ama tutti noi IN MODO UGUALE. Ma Lui sa anche se in futuro una persona amera' Lui oppure no, e di conseguenza Lui da' ad ogni persona le cose migliori per poterla salvare, oppure, per darle almeno un posto nell'Inferno "migliore" di quello che una tale persona si sarebbe "guadagnata" se fosse nata in un paese cristiano. E' critto nei Vangeli: "Or quel servitore che ha conosciuto la volonta' del suo padrone e non ha preparato ne' fatto nulla per compiere la volonta' di lui, sara' battuto di molti colpi, ma colui che non l'ha conosciuta e ha fatto cose degne di castigo, sara' battuto di pochi colpi" (Luca, 12:47-48)
Percio' c'e' ancora una ragione in piu' per preoccuparci di noi, e non degli altri, perche' "E a chi molto e' stato dato, molto sara' ridomandato; e a chi molto e' stato affidato, tanto piu' si richiederà" (Luca, 12-48).
Cosi' sempre l'orgoglio umano mette in dubbio la bonta', l'amore e la benevolenza di Dio, il che dimostra solo una cosa: che l'uomo si ritiene piu' giusto, piu' amorevole e piu' benevole di Dio Stesso.
Per questo ho detto che pensare e domandare di queste cose e' una bestemmia contro Dio. Adesso l'avra' capito anche Lei, penso. Per noi peccatori c'e' sempre il Mistero di Confessione, per aggiustare tutto.
E dell'reincarnazione, Le posso solo dire che non esiste, questa parola, nel vocabolario di un cristiano.
Poi, di per se', questo concetto e' proprio molto stupido: se avessimo possibilita' di migliorarci con tante vite, avremmo avuto anche la memoria di esse, ma se non possiamo ricordare le vite precedenti, che senso e' e come sarebbe possibile "migliorarci"? Il concetto e' nato nell'ambiente pagano, illogico e corrotto dal satana. E lo sappiamo bene: il paganesimo e' stato maledetto da Dio nel Vecchio Testamento e rimaledetto nel Nuovo appunto come un'invenzione del satana che cerca di portare gli uomini con se' all'Inferno.
Peccato che alcune persone che si considerano cristiani, siano sott'influenza di queste cose totalmente estranee al Cristianesimo. Spero che Lei lo intuisca da se' e l'avra' domandato al fine di poter rispondere alle domande delle altre persone.
Dio sia con Lei, caro Piero.
m. Antonio.
04-07-14
Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
Cari monaci,
mi piacerebbe sapere quale spiegazione evangelica viene data a questa parte del Vangelo. Perché gli spiriti immondi chiedono a Gesù di entrare in una mandria di porci, perché Gesù glielo permette e perché una volta entrati nei porci questi si gettarono giù dal burrone e affogarono?
Vi ringrazio.
Caro in Dio Luca,
e' sempre una gioia, parlare dei Vangeli, e queste Sue domande ci piacciono moltissimo: le parole di Dio rallegrano il cuore umano. Ogni parabola dei Vangeli e' talmente piena di senso, che ci si potrebbe scrivere un libro su ognuna. Proprio per questa ragione cercheremo di rispondere alle Sue domande in modo conciso rischiando di sembrare aridi.
Gli spiriti immondi chiedono a Gesu' di entrare nei porci perche' altrimenti cacciati via dall'Indemoniato avrebbero dovuto tornare all'inferno e... non lo vogliono, anzi, mostrano paura, di tornarci.
Questo ci deve dare una conferma, che persino per i demoni l'inferno e' un posto molto indesiderato, e tanto piu' lo e' per gli uomini.
Domandano il permesso, perche' non possono assolutamente fare la piu' piccola cosa senza un permesso di Dio.
Questa scoperta rilevataci dal Vangelo ha l'enorme importanza per ogni persona: niente succede, al mondo, per caso. Nessuna cosa brutta, nessuna morte, nessun incidente, nessuna guerra, nessuna perdita del posto di lavoro, nessuna malattia - niente succede a noi per caso. Tutte le cose belle ci da' Dio come Benefattore per le Sue creature; e nessuna cosa brutta Lui ci da', ma tutte le cose brutte ci fanno i demoni, ma solamente con il permesso da parte di Dio. E Dio, quando da' questo permesso, lo da' solo al fine di farci rinvenire, dalla nostra vita peccaminosa, e questo fatto e' un fatto di Amore, e non di odio. La cosa principale che vuole Dio e' che noi tutti fossimo salvati.
In sostanza, il fatto che gli spiriti immondi chiedono a Dio il permesso di entrare nei porci ci deve insegnare di non avere paura di niente e di credere non solo in Dio, ma A Dio.
Gesu' permette ai demoni di entrare nei porci per piu' ragioni.
Intanto, perche' essendo Amore ha pieta' anche dei demoni e li accontenta almeno in questa piccola cosa.
Poi, per far vedere agli uomini, "Chi e' che comanda", nel mondo.
Poi, per far vedere agli uomini cosa succede quando cominciamo a peccare (cominciando a peccare, attiriamo su di noi i demoni, com'e' successo con questo Indemoniato e con gli altri aiutati da Gesu' Cristo ed accompagnati dalle Sue parole: "Non peccare più").
E poi, e' importante anche notare che branco fosse: era un branco non di vacche, non di pecore, ma era un branco degli animali che per gli uomini del Vecchio Testamento erano impuri, vuol dire, era un branco degli uomini che non rispettavano il Vecchio Testamento. E per questa ragione hanno perso i loro beni che rappresentava quel branco per loro. La fabula: chi non rispetta le parole di Dio, perde tutto.
E perche' poi tutto il branco e' finito affogato?
Facile: e' per far vedere agli uomini che i demoni non possono portare nessun vantaggio, nessun beneficio, perche' sono cosi' ciecamente cattivi che non riescono a trattenersi dal far male.
Se gli uomini avessero capito bene questa parabola, non sarebbero mai diventati satanisti, fascisti, comunisti eccetera. Non sarebbero mai andati dai maghi, dai buddisti, dai sensitivi, dai.... la lista e' illimitata.
Ora siamo sulla soglia della Terza Guerra Mondiale - solamente perche' gli uomini non hanno capito questa, ed altre, parabole.
Che Dio ci aiuti tutti.
m. Antonio.
26 июня 2014
Cari fratelli in Cristo Gesù.
Grazie per aver pensato a questa pagina web che aiuta molto noi cristiani di origine latina a conoscere meglio l'ortodossia. Dio vi ricompensi per questo gesto e per il vostro supporto spirituale anche per noi occidentali, che siamo diventati degli orfani spirituali di ciò che voi invece ancora valorizzate e difendete. Grazie!
La domanda che al momento mi sta a cuore è questa:
Considerando l'apostasia in atto nella Chiesa di Roma in particolare dal Concilio Vaticano II e lo spirito di Assisi (con le altre eresie e strade sbagliate) il Battesimo con che spirito mi é stato amministrato? È un sacramento valido anche se lo spirito del prete che mi ha battezzato era intriso di pensieri eretici e di un rito battesimale molto riduttivo?
Vi ringrazio e vi ricordo con piacere nelle mie preghiere. Joahannes
Dio benedica Lei, caro fratello in Cristo Johannes, pregheremo anche noi per Lei.
Nell'Ortodossia viene considerato il Mistero, il Sacramento, e non la personalita' umana. Anche nelle Chiese Ortodosse ci sono, grazie a Dio, pochi sacerdoti, che non siano degni di esserli e che tentano i credenti. Ma e' una cosa umana, lo sappiamo: tra i dodici Apostoli uno era il traditore. Si dice che questa statistica continua ad essere valida.
Perciò e' importante sapere, che la personalita' di un sacerdote non influisce minimamente sulla validita' dei Misteri, perche' tutto viene fatto dallo Spirito Santo, e l'uomo e' solo il "trasmettitore", lo "strumento" necessario.
C'era, nel XIX° secolo, uno scrittore ortodosso russo, Serghej Nilus, e lui in uno dei suoi racconti aveva riportato una storia di un bambino di 4 o 5 anni ch'era battezzato da poco e andando con la tata per strada aveva incontrato il sacerdote, di cui la tata gli aveva domandato: "Tu ricordi, che questo bàtiushka (padre) ti ha battezzato?" Ed il bambino aveva risposto: "No, io sono stato battezzato dall'Angelo, e bàtiushka stava sdraiato e legato sulla panca". 30.06.14
19.01.14
Gentili padri, essendo cattolico e non avendo conoscenza della chiesa ortodossa, vorrei chiedervi come si articola la formazione monastica nell'ortodossia, in un monastero cattolico romano la formazione di un monaco, in media, dura 10 anni, ovviamente ci sono delle differenze in base ai vari ordini religiosi. Mi interessa approfondire per via di una ricerca sul monachesimo che sto preparando. Grazie per il tempo che mi avete dedicato. Dio vi benedica.
Caro in Dio Giuseppe, Dio benedica anche Lei. Nell’Ortodossia non esiste il concetto di “formazione di monaco”, tanto meno nel concetto di tempo. Di conseguenza, non c’è una risposta alla Sua un domanda.
13.01.14
Pace a te e pace alla tua casa e pace a quanto ti appartiene.Io ho 33 anni,ho tutti i Sacramenti cattolici dei vivi escluso il matrimonio,ma voglio convertirmi all'ortodossia,che cosa devo fare? Che cosa mi serve? In me questo processo di conversione é iniziato un anno fa' come fonte di preghiera ho usato quelle del sito di www.ortodossiatorino.net,ora ho un altra domanda,qual'è l'Ave Maria nella preghiera ortodossa se potete scrivermela,poi si recita il Santo Rosario in ortodossia se no quale preghiera é simile per gli ortodossi.Grazie!
Caro in Dio Andrea, per un passo del genere, Lei prima di tutto dev’essere pronto, ma la Sua stessa domanda dimostra il contrario. Cosa vogliamo dire, con questo? Che una persona prima di lasciare la propria fede per l’Ortodossia deve diventare un ortodosso di mentalità, avere la visione ortodossa su tutte le dogmi e principalmente dovrebbe conoscere le differenze fra le due fedi – fra la sua attuale e l’Ortodossia, altrimenti non si capisce la ragione di questo passaggio. Ma se Lei non sa cosa bisogna fare, per passare all’Ortodossia, allora ci viene da pensare che Lei non abbia nemmeno altre conoscenze. Oppure, non si è espresso bene o noi non L’abbiamo capito. Alla seconda domanda rispondiamo che gli ortodossi laici non recitano nessun rosario, ci sono le preghiere mattutine e quelle serali che durano all’incirca 20 minuti ogni volta. E poi ci si prega durante il giorno in varie occasioni. Dio La benedica. m. Antonio